Il PAGELLONE della Promozione – Il trionfo di Vincenzo Italiano

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Sarebbe superfluo dare un voto alla stagione del mister, un voto che per altro non potrebbe che toccare il massimo possibile.
Un capolavoro, il suo, nato tra le paure e le difficoltà di un inizio di campionato nel quale tutto girava storto: colpe, episodi e sfortuna si mischiavano in maniera impazzita fino a far toccare i bassifondi reali della classifica, roba alla quale non eravamo abituati in questi anni.

Protetto da Angelozzi e difeso dai suoi ragazzi quando davvero pareva complicata la sua permanenza sulla panchina aquilotta, getta il cuore oltre l’ostacolo, chiede e ottiene qualcosa in più dalla sua squadra, con quella vittoria di Pescara che funge da grimaldello mentale per far svoltare tutta una stagione.
La mancanza di risultati nelle prime settimane porta depressione nell’ambiente e sfiducia in una squadra, non dimentichiamolo, molto giovane. La più giovane della categoria.

Le difficoltà però in questo caso fortificano, cementano. La sua diventa sempre più una macchina da gioco oltre che da risultati – 13 utili consecutivi – che permettono una decisa e inesorabile risalita verso le primissime posizioni.
La sua creatura stupisce tutti gli addetti ai lavori per mentalità e qualità della manovra, fa parlare di sé, arriva perfino a giocarsi il secondo posto col Crotone ma paga dazio a un po’ di stanchezza e di panchina corta nel periodo immediatamente pre-lockdown, cosi come paga oltre i propri demeriti qualche sconfitta interna rocambolesca e immeritata (vedi Pisa e Venezia) nella parte finale della stagione, quando di nuovo le alternative a centrocampo e in attacco sono ridotte all’osso.

Fame, entusiasmo, cultura del lavoro, attenzione al dettaglio, un’idea di calcio che strizza l’occhio all’estetica e che ha concetti molto chiari su come tenere il pallino del gioco in mano, prerogativa assoluta, questa, del suo credo calcistico.
Il terzo posto finale è il punto più alto mai raggiunto da questo club nella sua storia, arriva ai Play Off da favorito. Con un po’ tutto da perdere, quindi, e quell’andata a Verona contro il Chievo che è storia di una partitaccia, iniziata male e non raddrizzata per un soffio.

Al ritorno al “Picco” si genera un connubio fortunato tra tifoseria e squadra, dopo tutto il periodo di distanza forzata legata al Covid. I suoi imprimono al match un ritmo serrato senza perdere mai il filo col proprio gioco e ribaltano con forza e qualità un 2-0 che pareva una montagna.
E’ qui che scatta la scintilla finale, la convinzione di potercela fare per davvero.
Nella finale d’andata a Frosinone c’è un po’ il senso di tutta una stagione: le aquile approcciano la partita con la consueta personalità, senza paura, con un palleggio che manda in tilt i programmi dei padroni di casa, fino a trovare un gol bellissimo con Gyasi. Il gol-promozione, difeso a spada tratta in quel finale della gara di ritorno nel quale i bianchi, tesi come non mai una volta vicini al traguardo, strappano con le unghie il cartellone d’arrivo con su scritto “Serie A”.

Storia, leggenda, sogno, trionfo, se ne sono dette e scritte tante. C’è un mix di tutto.
Vincenzo Italiano riesce dove nessuno è mai riuscito, lo fa da esordiente della categoria, da predestinato, da uno che promette ancora grandi cose.
L’amore del popolo bianco nei suoi riguardi è la molla che lo convince a restare, assieme alle rassicurazioni del patron Volpi.
Lo farà probabilmente senza Angelozzi, colui che l’ha portato e tutelato, ma con migliaia di cuori che non vedono l’ora di riabbracciarlo. Saranno in primis loro, questa volta, a tutelarlo.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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