Diciamo la verità, pur sapendo che lo Spezia fosse in vendita da anni, come lo sono la gran parte delle società calcistiche, specie in questo momento storico, non ci aspettavamo una cessione nel bel mezzo del primo storico campionato di Serie A.
Negli scorsi anni si era talvolta arrivati a intavolare trattative più o meno plausibili, finite poi tutte per arenarsi, soprattutto per l’insolvenza dei compratori.
Questa volta la fase è più avanzata, tanto che qualche fonte parla di chiusura imminente della trattativa, se non già più avanti.
Siamo in attesa, come tutta la tifoseria, di capire in che mani finirà lo Spezia, consci però che chi acquista senza scopo di lucro, ti può capitare una volta nella tua storia, e noi ci siamo già giocati il Jolly con Gabriele Volpi.
Per quello la città è in fermento, dal Sindaco in giù, perché chi specula nel calcio può farti vivere anche pagine positive, ma anche farti precipitare nel baratro, gli esempi sono molteplici.
Difficile parlare di nomi, fondi, percentuali e cifre, sin che il tutto non verrà chiarito una volta per tutte in maniera definitiva, ma di certo ciò che filtra non fa fare i salti di gioia ai tifosi.
Tifosi che da due giorni salgono a Follo per far capire alla squadra che nella lotta per la salvezza non saranno soli e che il momento impone un unione d’intenti di quelle forti, già viste in passato.
Lo striscione esposto oggi al Comunale testimonia un malumore generale che va al di là della tifoseria organizzata, coinvolgendo anche chi, verso il Patron, aveva sempre manifestato incondizionata fiducia.
Le storie finiscono nel calcio come nella vita, i cicli terminano, strano che accada però una volta raggiunto il vertice della storia del Club, con i conti a posto e tutte le possibilità per provare a restare ancora nel calcio che conta.
Questione di priorità, di scelte, che con il calcio e la passione che si trascina dietro, non hanno nulla a che spartire, accecate dal desiderio di fare ciò che si è fatto per una vita, trovare il momento buono per far soldi.
Non tedierò con elucubrazioni finanziarie che spieghino il perché ci sia pessimismo, non servirebbe a molto, piuttosto soffermiamoci su un particolare che sta cambiando il calcio nell’ultimo periodo, gli investimenti esteri, prima cinesi, poi americani.
Ora la Cina sta mettendo un freno, mentre si moltiplicano gli investitori americani, a vario titolo e solidità, che però, salvo rari casi, si rivelano proprietà asettiche, rappresentate da fondi più che da persone, da entità astratte più che passionali, alla ricerca del guadagno.
Insomma chi non era affascinato dalla lontananza di Volpi, non avrà certo motivo di esultare per questo, ma forse il calcio ormai è cambiato davvero e questo sarà l’unico destino possibile, almeno a certi livelli.
Mi sto rendendo conto di essere andato già oltre a ciò che sappiamo, di aver fatto ipotesi al di là del conosciuto, ma i dubbi sono veramente tanti e ben delineati all’orizzonte per vivere con serenità questo momento di passaggio.
È sperabile a questo punto che la squadra faccia quadrato, che non si faccia condizionare dall’incertezza che aleggia e che ritrovi ancor più forze per mettere in pratica sul campo i dettami di Vincenzo Italiano.
Proprio lui che quest’estate restò ammaliato dal Patron dopo aver trascorso due giorni sul Boadicea tra complimenti e promesse.
Torna difficile spiegare certe dinamiche per noi comuni mortali che del calcio apprezziamo la giocata e che spesso versiamo lacrime di gioia per una storica maglia bianca…
