PROVEDEL – 7 Sui gol non può arrivare, ma quello che può prendere è suo, come è sua una grande annata. Portiere sempre più completo e maturo.
AMIAN – 7 Deulofeu non è un cliente facile, uno che ti punta sempre e prova la giocata sistematica, anche in velocità. Alla distanza gli prende le misure e lo contiene praticamente sempre. Terzino completo, che può crescere ancora.
ERLIC – 7 Torna il dominatore della difesa che conosciamo. Deulofeu gli va via una volta in velocità ma lo contiene di forza, poi tanto piazzamento e dominio fisico. L’anno prossimo ci mancherà, ma è pronto anche per una big.
NIKOLAOU – 7 Il guerriero greco non delude e ci propone una prestazione di sostanza e qualità. In velocità non soffre nessuno, in anticipo fa sue tante palle vaganti, si permette anche il lusso di uscire in bello stile dall’area di rigore in qualche occasione. Punto fermo per il futuro.
RECA – 6 Peccato la sua gara duri un quarto d’ora, poi il ginocchio lo tradisce e deve uscire.
MAGGIORE – 7,5 Un altro gol, questa volta pesante perché è quello della sicurezza. Cuore capitano, commosso alla fine mentre parla alla stampa e festeggia con i compagni e i tifosi. Un simbolo, un esempio, che facciamo fatica a vedere lontano dalla sua gente.
KIWIOR – 7 Obbedisco disse al mister qualche mese fa, quando Motta lo piazzò davanti alla difesa per plasmarlo da mediano di interdizione. Sembra passato un secolo ma è ancora lì, ancora prezioso punto di riferimento per tutta la fase difensiva. Oggi si prende anche il lusso di lanciare Ferrer nello spazio per il gol del pareggio. Se si affina tecnicamente può essere il suo ruolo definitivo.
VERDE – 7,5 Orgoglioso di vestire la maglia bianca, come i suoi tifosi di vedergliela cucina addosso. Segna un gol che sembra facile, ma facile non è, anche se Ferrer mette una palla spettacolare. Si danna l’anima anche oggi, ci mette qualità, inventa l’assist per Maggiore, sfiore un altro gol da cineteca, esce stremato. Signori e Signore: Daniele Verde.
AGUDELO – 7 Un altro che non si risparmia nemmeno nel riscaldamento. Moto perpetuo, buona tecnica, scelte qualche volta discutibili. Ma questo è Kevin, prendere o lasciare. E lo Spezia lo riscatterà dal Genoa, perché il suo posto è li in mezzo al campo a cercare di rubar palloni con la maglia bianca. Per crescere ancora.
GYASI – 7,5 Quando ti viene in mente che è qualche gara che non segna un gol decisivo, quasi ti sentisse, si gira in area come una ballerina e piazza la palla sotto la traversa. Un altro di quelli che vorresti vedere, sin che si reggerà in piedi, con la tua maglia. Avanti Ema, regalaci ancora tante perle come questa nei prossimi anni.
MANAJ – 7,5 Letteralmente forsennato dal primo all’ultimo minuto, rigore compreso che calcia con talmente tanta foga da spedirlo alto. Nella sua gara c’è tutto il repertorio meno il gol, proprio quello che avrebbe meritato. In evoluzione tale che è difficile capire dove può arrivare, speriamo che il suo percorso di crescita continui in riva al Golfo.
FERRER – 7,5 Probabilmente era destino che tutto si svolgesse così come si è svolto. Il suo ingresso cambia i parametri della gara, inserendo la variabile impazzita. Sembra un treno su quella fascia, ma che sensibilità nel cross di mancina per Verde e che freddezza nel tocco per Gyasi. Ottimo anche in copertura. Si merita tutto, ma proprio tutto questo.
BERTOLA – 7 In lacrime alla fine, per l’esordio, per la salvezza, perché questa maglia la sente sua. Motta gli regala una mezzora di gara davanti alla difesa, lui difensore centrale, e lui lo ripaga con una prestazione di sostanza, senza paura. Potrebbe essere un elemento cardine del futuro.
ANTISTE – 6 Tanto impegno, tanta corsa, pochi palloni giocabili, ma l’impressione che presto lo vedremo più spesso in campo nel prossimo futuro.
SALCEDO – S.V. Pochi minuti, forse gli ultimi in magi bianca di una stagione non certo da ricordare per continuità e presenze.
KOVALENKO – S.V. Spiccioli di gara, si procura anche un rigore, che sarà Manaj a fallire.
ALL. MOTTA – 8 Ottiene una salvezza che in pochi pronosticavano, in una stagione nella quale sono mancate solo le cavallette e poi è successo di tutto. Per fortuna nostra è rimasto sulla panchina quando qualcuno aveva già deciso di farlo accomodare sulla poltrona di casa. Ci ha messo del suo, e tanto, in quest’impresa, prima nel provare a capire al meglio le caratteristiche dei suoi, poi sfruttandoli per quelle, facendo però anche molto spesso di necessità virtù. E non è poco, viste le carenze evidenti di una rosa fatta per durare nel tempo, ma con qualche falla. In conferenza parla con gli occhi lucidi del SUO gruppo, di quanto dia a lui e di quanto prenda da lui. Prima di privarsi di un UOMO prima che di un tecnico come lui, chi di dovere dovrà pensarci per bene. Perché nel calcio come nella vita le differenze devono aiutare a crescere, così come gli screzi e le incomprensioni, se si è uomini. Ma ne parleremo, e tanto, nelle prossime settimane.
Arbitro AURELIANO – 6,5 Dirige bene e con autorità, il rigore su Kovalenko ci sta.
