All’Arechi si materializza la sesta sconfitta di fila in campo esterno per lo Spezia di Luca Gotti, quella di sicuro che lascia più amaro in bocca, dopo quella di Napoli.
La rabbia del tecnico a fine gara dice tutto, perché la storia poteva essere di sicuro diversa se i suoi avessero chiuso con almeno un gol, un primo tempo dominato dal punto di vista del gioco e del coraggio.
Un primo tempo caratterizzato da una pressione alta, sofferta sin da subito dai ragazzi di Nicola che hanno cercato di uscire solo con lanci per le punte, del resto sempre ben arginate dalla difesa spezzina.
Gotti decide di mettersi a specchio rispetto ai padroni di casa, con Amian largo a destra e Holm a sinistra, dietro Ampadu con Kiwior e Nikolaou, Ekdal davanti alla difesa, Buorabia e Agudelo mezzali, Gyasi davanti con Nzola.
Nicola risponde con Candreva e Mazzocchi sugli esterni, il rientro di Fazio dietro e Bonazzoli che prende il posto di Piatek davanti, a far coppia con Dia.
È il giorno dell’addio al calcio di Ribery che, prima della gara, fa il giro di campo per prendersi il saluto del pubblico.
I bianchi, oggi in campo con la terza maglia, iniziano con il piglio giusto, aiutato da pressione alta e buon palleggio, grazie anche all’accoppiata Bourabia-Ekdal nel mezzo.
Holm dà subito l’impressione di poter impensierire la difesa con la sue incursioni, mentre la rapidità di Agudelo si fa notare sin da subito.
Ma come spesso accade lontano dal Picco, a tanta superiorità dal punto di vista del gioco, non corrisponde altrettanta efficacia in fase realizzativa.
Il più vicino a fare centro è Agudelo che calcia del limite, Sepe respinge e lo stesso centrocampista aquilotto invece di cercare un compagno, prova a ribadire in porta con il destro, ma ne esce un passaggio per il portiere.
I padroni di casa si scuotono solo a fine tempo, ma senza rendersi pericolosi.
La svolta a inizio ripresa, con Bonazzoli che inventa per Candreva sulla destra, il cross viene respinto da Ampadu, ma fuori area c’è Mazzocchi che calcia di destro centrando il sette alla sinistra di Dragowski.
Il vantaggio galvanizza i padroni di casa e mette in crisi i ragazzi di Gotti, anche perché è il primo vero tiro della Salernitana verso la porta di Dragowski.
Da qui si vede una Salernitana anche intelligente che fa passare il tempo, prova a controllare il match e poi inserisce forza fresche in tutti i reparti.
Che non è giornata lo si capisce poco dopo, quando Nzola fa tutto bene al limite dell’area e sfiora il palo con una conclusione mancina.
Gotti nel finale prova l’all-in, inserendo tutti gli offensivi a disposizione, per una sorta di 4-2-3-1 che la grande occasione per il pari la propone, palla in area per Strelec che serve Nzola davanti a Sepe, conclusione di destro che finisce alta di poco.
Niente da fare nemmeno sta volta.
I dieci minuti di recupero sono pirotecnici, con i padroni di casa che impegnano Dragowski con Daniliuc e Piatek e i bianchi che provano i disperati assalti finali.
Finisce così, senza gol e senza punti, per fortuna domenica si torna al Picco, con la Fiorentina.
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