Cosi no. Fa troppo male. Lo Spezia non giocherà in serie A la prossima stagione. A fare festa è la Cremonese, anche se il popolo del Picco applaude lo stesso la squadra per quello che ha fatto in questo campionato dal finale amaro.
Il sogno è svanito a pochi passi dal traguardo, un po’ per merito dei grigiorossi, molto anche per demeriti propri.
Si è ripetuto lo stesso risultato della partita di campionato del 9 maggio e con la medesima sequenza: Cremonese sul 3-0, partita che sembrava finita, ma ecco che lo Spezia l’ha riaperta negli ultimi dieci minuti portandosi sul 3-2. Il popolo del Picco si è illuso in un clamoroso pareggio, ma è troppo tardi.
Chissà cosa sarebbe successo se le Aquile non avessero preso il terzo gol. Purtroppo non lo sapremo mai.
In partite del genere, dove gli equilibri sono assai ravvicinati, bisogna anche avere fortuna e la Cremonese indubbiamente ne ha avuta, al di là degli indubbi meriti.
Sul secondo gol con la deviazione quasi casuale di Vasquez e soprattutto sul terzo con il rimpallo su Aurelio dopo la parata di Gori, col pallone che è finito proprio sui piedi di De Luca.
Peccato, chissà quando ricapiterà un’occasione così allo Spezia.
Per D’Angelo sembra una maledizione, arriva a un passo dalla serie A e poi il traguardo gli sfugge di mano sul più bello.
Anche, come in questa occasione, giocando in casa col vantaggio di due risultati su tre.
È vero che la Cremonese è una bella squadra, ma lo Spezia un po’ si è buttato via.
Eppure i bianchi sembravano aver iniziato bene, ma poi è la Cremonese schierata da Stroppa a trazione anteriore, a rendersi più intraprendente. Il primo tiro in porta è di Azzi al 12′, Gori respinge in tuffo.
Il tifo del Picco spinge tantissimo ma alcuni aquilotti, come ad esempio Bandinelli, Aurelio e Nagy, sembrano sentire troppo la partita e la loro manovra un po’ ne risente.
Neppure Salvatore Esposito, che rientra da titolare pur non essendo al meglio, non sembra particolarmente ispirato in fase di costruzione. Si intuisce subito che la ‘missione’ dello Spezia non sarà affatto facile.
La Cremonese va in vantaggio con un gol assurdo: su un lancio lungo per De Luca che anticipa Hristov e approfitta del piazzamento non impeccabile di Gori, che non chiude lo specchio della porta, per segnare con un diagonale lento lento.
I grigiorossi sembrano padroni del centrocampo e sfiorano il raddoppio ancora con De Luca che colpisce la parte alta della traversa.
La reazione immediata che lo Spezia aveva fatto vedere contro il Catanzaro, questa volta non arriva. Serviva riorganizzare subito le idee per dare filo da torcere a un avversario che, una volta in vantaggio, ha cercato di nascondere il pallone.
Lo Spezia però è sfortunato quando Aurelio si vede respingere miracolosamente da Fulignati un assist nell’area piccola di Bandinelli.
Tra il portiere e Aurelio, dopo l’occasione dell’andata, sembra esserci un conto aperto. Si va al riposo con un risultato negativo per le Aquile, ma almeno nel finale del tempo una certa reazione si è vista. Però bisogna rendere la manovra offensiva più fluida.
Nel secondo tempo ci vogliono dieci minuti prima che lo Spezia si faccia vedere dalle parti di Fulignati con due colpi di testa di Di Serio che difettano in precisione. Ma alla prima azione offensiva la Cremonese raddoppia. Hristov mette in corner per chiudere un lancio in area su De Luca e sul tiro dalla bandierina Vasquez devia di tacco il colpo di testa di Collocolo e beffa Gori.
Ci vorrebbe un miracolo come contro il Palermo in campionato, ma arriva perfino il terzo gol della Cremonese ancora con De Luca, con Hristov che forse avrebbe potuto fare fallo per bloccare Azzi in fuga sulla fascia sinistra.
Sbaglia a questo punto chi dalla tribuna lascia il Picco, perché lo Spezia non è morto e segna due gol in due minuti con Pio Esposito e l’appena entrato Vignali. Che poi, però, si fa espellere nel forcing finale per il colpo proibito a un avversario che non sfugge all’arbitro Colombo.
Il miracolo non arriva, finisce con l’esultanza della Cremonese sotto la curva dei propri tifosi e l’applauso agli aquilotti della curva Ferrovia, seguiti poi da quelli di tutto lo stadio. Il giusto riconoscimento per chi ha fatto tanto, anche se non è bastato per conquistare la promozione.
In sala stampa i due allenatori si fanno i complimenti reciproci. Ma è soltanto Stroppa a festeggiare.