COLAK 5 – 26 presenze, 681 minuti giocati
È forse la delusione più grande di tutto il reparto offensivo aquilotto. Arrivato dal Parma in estate a titolo definitivo nelle ultimissime ore di mercato, dopo una stagione senza sussulti e con poche presenze tra i ducali, si porta dietro comunque buone aspettative perché si tratta di un attaccante che, a parte la parentesi emiliana, in giro per l’Europa ha trovato il gol con buona frequenza per diverse stagioni.
Fatica tremendamente a trovare maglie da titolare, al di là di questo mister D’Angelo gli concede, nella prima metà di campionato, un minutaggio sufficiente per poter in qualche modo incidere o rendersi pericoloso, ricordiamo tutti la grandissima occasione capitatagli sulla testa, a pochi passi dalla porta, nel finale di Cremonese – Spezia, sulla coda di una partita condotta alla grande dalle aquile. Occasione sciupata, da li ce ne saranno altre, finisce per incartarsi probabilmente anche da un punto di vista mentale oltre che, inevitabilmente, trovare sempre minor minutaggio nel girone di ritorno.
Un solo gol segnato, bellissimo, a Castellammare di Stabia.
Tutto da decifrare il suo futuro all’interno di un gruppo nel quale, comunque, sembra essersi integrato molto bene; c’è da capire se il suo tipo di gioco e le sue qualità tecniche e fisiche siano inconciliabili o meno col tipo di calcio che si gioca in cadetteria.
SOLERI 6,5 – 21 presenze, 942 minuti giocati
Una stagione sfortunata per un attaccante che si stava rivelando tanto utile al meccanismo di gioco verticale di questa squadra. Deve infatti alzare bandiera bianca troppo presto per un guaio serio al tallone d’achille.
Un autunno più che sufficiente il suo, condito da 5 gol (media di un gol ogni due partite, tre in campionato, due in Coppa Italia) e dalla sensazione sempre più netta di poter essere la spalla – o quanto meno l’ideale ricambio – di Pio Esposito, viste le sue caratteristiche e la capacità di giocare senza problemi da prima o da seconda punta.
Resteranno nell’immaginario di tutti i minuti finali di un epico Spezia – Cesena: le aquile rimaste in 10 per l’infortunio di Sarr a sostituzioni terminate, lui che senza pensarci troppo su si fa dare maglia e guantoni da portiere e si mette con buona disinvoltura e tanta generosità a difesa della porta, sotto la Ferrovia, permettendosi il lusso di vedere da lontano, al centesimo minuto, Bertola staccare di testa per il gol di una vittoria incredibile.
Immagini e momenti che restano scolpiti nella storia.
Potrebbe essere pronto per l’inizio della preparazione, sarebbe un recupero importante il suo per tutto il fronte offensivo e le sue variabili.
E’ un giocatore che piace tanto a mister D’Angelo e che si è calato con entusiasmo in una piazza che già aveva assaggiato da giovanissimo.
FALCINELLI 5,5 – 26 presenze, 669 minuti giocati
Che non sia mai stato un bomber nel vero senso della parola, è un dato acclarato dalle statistiche di una carriera comunque importante, ma se dopo una stagione e mezza in maglia bianca non metti a referto neanche i gol che potrebbero contarsi sulle dita di una mano, beh, qualcosa non funziona come dovrebbe o potrebbe.
E’ vero, non trova tanto spazio, ma per lui vale un po’ il discorso fatto per Colak: nei minuti in cui sei chiamato in causa, nei tratti di gara più o meno lunghi a disposizione, devi costruirti fortune, farti sentire, cercare di incidere.
33 anni in questa categoria, dopo aver giocato buone stagioni anche in massima serie, devono poter costituire un fondamento per sapere come fare, negli ultimi metri avversari; la sterilità in zona gol, però, è stata presso che costante nei mesi.
Si è rivelato invece utile, in alcune gare del girone di ritorno, in un ruolo ibrido tra mezzala e trequartista sotto punta a fungere da raccordo per la manovra, mostrando alcune delle sue buone qualità tecniche in tema di difesa della palla e di dialogo coi compagni.
Utilizzato maggiormente nei momenti in cui c’era da gestire, più che da attaccare.
Troppo poco.
DI SERIO 6 – 35 presenze, 1.600 minuti giocati
Una sufficienza stiracchiata, strappata con le unghie grazie a un finale di campionato nel quale si sono riviste alcune delle sue migliori qualità.
In zona gol non mostra la freddezza dimostrata nella stagione precedente, quando il suo arrivo durante il mercato di riparazione si rivelò un’autentica manna per iniziare la rincorsa alla salvezza.
In questa stagione il piano di mister D’Angelo è stato chiaro fin dall’inizio col classe 2001: è lui l’attaccante da schierare nelle gare in trasferta al fianco di Pio Esposito, il motivo è chiaramente insito nelle caratteristiche del trentino, ideali per attaccare gli spazi e la profondità quando può sprigionare forza e progressione come pochi attaccanti hanno in questa categoria.
Uno dei picchi stagionali risiede in quell’assist meraviglioso che spalanca a Pio la via della porta a Castellammare sullo 0-0 – quando trasformò in oro una palla apparentemente persa – e altre situazioni simili in cui si è rivelato prezioso per le imbucate del compagno d’attacco.
Il peccato fondamentale è la scarsa incisività sotto porta: emblematica è un’occasione clamorosa, sciupata, capitatagli a Marassi a pochissimi passi dalla linea di una porta spalancata, dentro una gara da indirizzare e da vincere a tutti i costi.
Si ridesta nel finale di campionato, risulta decisivo nella gara di andata della semifinale Play Off contro il Catanzaro quando avvia, e conclude, l’azione che spezza l’equilibrio di una gara complicata.
Se ritrova freddezza e lucidità mostrate nei primi mesi di esperienza in riva al golfo potrebbe essere arma di sicuro affidamento anche per la prossima stagione, elemento prezioso per le variabili del gioco d’attacco.
LAPADULA 5,5 – 14 presenze, 784 minuti giocati
Arrivato nel mercato di gennaio, benedetto da tutti – addetti ai lavori e tifosi – come un acquisto potenzialmente decisivo per le ambizioni di una squadra in lotta per la promozione diretta, il suo apporto si rivela però sotto le aspettative, con una sliding doors grande come una casa capitatagli sul piede a Cesena, dagli undici metri, un errore che ha pesato tanto nell’economia generale e, probabilmente, anche sul morale del nazionale peruviano. Prova, in poco tempo, ad affinare quanto più possibile l’intesa con Pio Esposito.
La beffa è l’infortunio alla caviglia occorsogli nei minuti finali di una gara ormai inutile, contro il Cosenza al “Picco”, roba sufficiente a non farlo presentare in condizioni di giocare al 100% quel mini-torneo dei Play Off dove lui è sempre stato protagonista, ovunque si trovasse.
Dipendesse da noi la sua conferma non sarebbe in discussione e il motivo è semplice: pur giocando a spizzichi e bocconi e con una precaria condizione fisica – stanti i mesi praticamente di inattività trascorsi a Cagliari – mette insieme 4 gol (quasi uno ogni due partite) confermando di poter essere un fattore in questa categoria tanto più partendo dall’inizio, giocando da subito, in una squadra che non potrà più contare sui gol di Pio Esposito.
Per attaccanti del genere l’età conta fino a un certo punto..
ESPOSITO PIO 8,5 – 40 presenze, 3.152 minuti giocati
Un uragano si è abbattuto sulla serie B dopo aver fatto assaggiare la sua forza nel finale del precedente campionato. Ha avuto ragione lui nel voler tornare nonostante il fine prestito e le tante sirene scatenatesi intorno a lui, ha avuto ragione mister D’Angelo a voler puntare ancora su questo classe 2005 del quale si intuivano le stigmate del predestinato.
17 gol più 2 di pregevole fattura nei Play Off, una decina di legni colpiti – alcuni dei quali gridano vendetta – una crescita impetuosa e per certi versi inaspettata a questo livello sotto ogni punto di vista che possa riguardare un attaccante sottoposto ai raggi X; non scoprirete una voce che non abbia subìto un’impennata di rendimento.
Molto si è sbagliato, con lui, nella stagione in cui si è rischiato la doppia retrocessione: catapultato nel mondo dei grandi senza avere compagni di reparto in grado di fargli reggere l’urto di una realtà completamente nuova per lui, naturalmente acerbo e con un fisico bisognoso di maturazione e potenziamento.
Quanti difensori anche di media levatura e qualità gli hanno “mangiato” in testa nei primi mesi da aquilotto.
Apprendistato naturale, di quelli anche un po’ “brutali”.
Si ripresenta in ritiro lucido, convinto nei propri mezzi dopo essere stato decisivo anche sotto rete in quella famosa gara contro il Venezia che è valsa la salvezza, con una massa muscolare in evidente potenziamento. Va subito in gol a Pisa riprendendo dunque da dove aveva lasciato, ma il percorso che si costruisce nelle settimane e nei mesi successivi è di quelli entusiasmanti.
È lui, adesso, che mangia in testa a qualunque tipo di difensore, è lui che li sposta, è lui che negli ultimi metri avversari sa concretizzare da bomber vero, sa crearsi il varco, sa fare gol in tutti i modi, sa mandare in gol i compagni.
La manovra verticale della squadra è disegnata perfettamente sul suo modo di giocare, sulle sue caratteristiche fisiche. Un crescendo quindi entusiasmante, muscoli mostrati a più riprese di fronte a un pubblico che non ci mette molto a eleggerlo come proprio beniamino, un’esultanza diventata presto iconica.
Qualcosa che resterà per sempre.
Il destino vuole che, oltre a diversi altri suoi compagni, anche lui debba affrontare i Play Off non nel pieno della propria integrità fisica, anzi. Ma tant’è.
Resta la grande delusione finale, condita di lacrime vere, di un giovanissimo trascinatore che le ha provate tutte per portare in spalla questa squadra nella massima serie. L’avrebbe meritato ampiamente.
I più grandi palcoscenici del calcio lo attendono, il potenziale è ancora smisurato, l’Inter lo riporta alla base e ringrazia lo Spezia per questi due anni di formazione incredibilmente proficua.
Una storia – senza lieto fine – che è comunque già libro cuore di ogni tifoso delle aquile.