GORI 5,5 – Il primo gol della Cremonese è un errore in compartecipazione con Hristov, forse non si aspettava di trovarsi di fronte l’attaccante grigio rosso e in quella frazione di secondo sta l’errore per non aver chiuso lo specchio della porta. Un errore che pesa nell’economia della gara. Per il resto due ottimi interventi, compreso quello sulla cui respinta porta poi al terzo gol ospite.
WISNIEWSKI 6 – Nonostante le difficoltà e i ritmi altissimi imposti dagli ospiti, il granatiere polacco tiene botta, salva il salvabile, non disdegna qualche sgroppata palla al piede e sul gioco aereo, anche questa sera, non ha rivali. Potrebbe essere sacrificato in caso di buone offerte, il suo potenziale è rimasto invariato nonostante le incognite portate da quel gravissimo infortunio al ginocchio.
HRISTOV 5 – Sbaglia forse la gara più importante, non l’avrebbe meritato ma questo è il calcio. Si fa spostare troppo facilmente da De Luca in occasione dello svantaggio iniziale, si perde Azzi per la fuga che porta al 3-0.
MATEJU 5,5 – Va in affanno più volte di fronte alla manovra avvolgente e rapida messa in atto a più riprese dai trequartisti ospiti, in fase di impostazione dalla sua parte c’è troppa prevedibilità e si perdono molti palloni velenosi. Ma ripartire da lui, come da capitan Hristov, si può e si deve.
ELIA 5,5 – Da tempo non sta bene, non ha i 90 minuti, non ha lo spunto che uccide e, soprattutto, il duello con Azzi è di quelli tremendamente complicati, da andarci a sbattere. Resta un grande campionato il suo, uno dal quale sarà fondamentale ripartire: non ci sono tanti altri Azzi in questa categoria..
AURELIO 5,5 – Parte male, un paio di imprecisioni grossolane in disimpegno, poca gamba per puntare ed arare ma è da uno dei suoi lampi in fase di inserimento che lo Spezia potrebbe rimettere in piedi in tempo la gara, quando prende di sorpresa alle spalle la retroguardia ospite arrivando deciso e puntuale sul cross tagliato dalla destra di Bandinelli, il suo tiro a botta sicura finisce però su Fulignati. Poco apporto nella ripresa, termina la gara da braccetto di sinistra della difesa a tre.
ESPOSITO S. 5 – Sbaglia diverse volte in fase di impostazione, non ha ritmo, soffre il palleggio ospite, gioca nonostante il guaio fisico che lo ha costretto ai box nelle ultime settimane. Stoico, da applausi, sebbene col senno del poi, vedendolo cosi in difficoltà in campo, chissà se sarebbe stato opportuno preservarlo per l’ultimo tratto di match puntando su una mediana più dinamica e pronta a livello fisico e atletico, alla stregua della gara d’andata. Potrebbe essere stata l’ultima apparizione in maglia bianca, tre stagioni intense le sue in riva al golfo, un amore col pubblico sbocciato a piccoli passi fino a esplodere a suon di prestazioni sopra le righe.
NAGY 5,5 – Ci capisce poco anche lui di fronte al piano gara imposto da Stroppa e la tecnica eccelsa di cui dispone la formazione lombarda dalla cintola in su, quantomeno a livello fisico è uno dei più pronti e brillanti. Anzi, toglierlo da diga davanti alla difesa, questa sera, potrebbe anche essere stato un azzardo, in questo momento. Senza contare che non ha nelle corde gli inserimenti tipici di una mezzala, il tempismo e l’ultimo passaggio adatti per far male negli ultimi 20 metri.
BANDINELLI 6 – Sufficienza strappata per la grande mole di lavoro tutt’altro che semplice portato avanti nelle due fasi. Anche lui arriva non al 100% a fine stagione ed è un peccato, visto il suo crescente rendimento nel girone di ritorno. Bellissima la palla tagliata per Aurelio nella prima frazione di gioco, uno dei pochissimi spunti sul versante offensivo delle aquile. Cala vistosamente nella ripresa fino ad essere sostituito.
DI SERIO 5,5 – Ancora lui, e non Lapadula, ma gli spazi che la Cremonese lascia nonostante la sua gara d’attacco sono davvero ridotti al lumicino. Tenta, senza grandi pretese, due spizzate di testa che non sono esattamente il suo marchio di fabbrica. Non riesce a tamponare Vasquez in marcatura quasi sulla linea di porta in occasione del raddoppio ospite: non è un difensore, ma è un errore che pesa.
ESPOSITO P. 6,5 – Gioca nonostante la distorsione al ginocchio che si è procurato nel corso della gara d’andata: anche da questa situazione, probabilmente, è girato il destino di questa finale: un giocatore troppo importante per gli sbocchi offensivi della squadra di mister D’Angelo, costretto al mezzo servizio dal secondo tempo della gara di Cremona. Nonostante questo corre, sbraccia, pressa – anche troppo nel contesto di un lavoro da tempo sfiancante senza palla – fino allo splendido gol sotto la Ferrovia che preannuncia un pazzo assalto finale. Affranto, a fine gara, mostra tutta la sua delusione a un popolo che lo acclama a più riprese e lo ha eletto a beniamino principe in questa stagione di consacrazione. Ci avrebbe tenuto da matti a fare la serie A in questa città, in una piazza che lo ha visto crescere in maniera entusiasmante dopo una prima stagione di apprendistato. Diciannove gol – e un mare di legni colpiti – dicono un po’ tutto e sarebbero da guardare e riguardare in qualche momento di noia estiva..
KOUDA 6 – Si piazza in mediana per sostituire Bandinelli, apporta brio, uno contro uno e qualche buona incursione sul fondo. Suo l’assist per il gol di Vignali, la sua cessione è programmata da tempo e porta un buon gruzzolo nelle casse aquilotte. Ci si aspettava di più da lui.
CASSATA 6 – Anche lui non al meglio fisicamente ma subentra nella contesa dando subito spinta in una mediana apparsa piatta e priva di inserimenti per lunghi tratti del match. Va all’assalto in quel pazzo finale nel quale riesce a mettere grande apprensione tra linee ospiti andate improvvisamente in affanno.
VIGNALI 6 – Interno destro perfetto per il gol che riapre incredibilmente la partita pur al suo tramonto, come sempre ci mette l’anima – anch’egli stringendo i denti – e incisività nell’area di rigore avversaria. Un punto fermo dal quale si deve ripartire.
RECA 6 – Ci saremmo aspettati un ingresso in campo con qualche minuto di anticipo, è stato un recupero faticoso il suo, in extremis ha ritrovato il campo ma senza poter sprigionare il suo potenziale.
LAPADULA 6 – Il guaio alla caviglia lo ha tenuto lontano dalle precedenti gare play-off, D’Angelo lo inserisce, forse tardi, si sbatte, crea spazi, si ripartirà anche da lui nella prossima stagione.
ALL. D’ANGELO 5,5 – Ancora una volta Stroppa lo beffa sul finale, sulla linea del traguardo. In pochi giorni la squadra lombarda passa vittoriosa su un campo tutt’altro che agevole come il “Picco”. Questo “Picco”. Lo Spezia soffre l’imprevedibilità, la tecnica, la gamba e il ritmo di questa squadra che, ricordiamolo, è stata costruita in estate per vincere il campionato. Col senno del poi chissà se avrebbe scelto lo stesso piano – gara e gli stessi interpreti. C’è grande delusione nei suoi occhi a fine gara, l’amarissima sensazione di aver sfiorato nuovamente quella massima serie che, se esiste un Dio del calcio, potrà inseguire ancora da questa panchina, ripartendo da un’ossatura solida e da principi che sono fondamentali in un campionato come questo, in una piazza come questa. Alchimia, lavoro, dedizione totale e un rapporto franco e diretto con ogni componente della rosa aquilotta hanno portato al record di punti nel campionato cadetto: esistono diversi motivi per rimboccarsi le maniche, andare al mercato cercando gente confacente alla sua idea di calcio, certamente due giocatori importanti che possano rimpiazzare i fratelli Esposito, dopo aver smaltito e digerito una delusione tremenda.
Arbitro COLOMBO 6,5 – Dirige in maniera autoritaria, lasciando correre il giusto e tenendo comunque in mano la gara, almeno sino ai minuti di recupero, dove forse anche lui va in confusione nell’intenso e convulso finale estraendo due rossi che poteva tranquillamente evitare.