Grandi sono le aspettative in quel di Cagliari da circa un anno a questa parte: del resto, con un mercato così frizzante, la piazza sarda è tornata a sognare in grande.
Si sa però che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e così i grandi sogni di gloria, al momento, restano congelati.
Dopo un’annata tutt’altro che esaltante, culminata con l’esonero del tecnico Maran e un avvento di Walter Zenga non proprio indimenticabile – salvo la vittoria con la già scudettata Juve alla penultima giornata – anche la stagione corrente sta vivendo fasi altalenanti.
Nonostante grandi colpi sul mercato, Godin su tutti, il Cagliari di Mister Di Francesco non sembra ancora aver ingranato la marcia giusta, vacillando nelle zone medio basse della classifica.
Dieci i punti sin qui raggranellati, complice tre vittorie, un pari e quattro sconfitte che mettono in luce una difesa ballerina – 17 i gol subiti – e un attacco piuttosto proficuo con gol 14 gol messi a segno.
Discrete le prestazioni offerte, con momenti di bel calcio alternati ad altri da dimenticare, specie a inizio stagione.
Nell’ultima sconfitta maturata in quel di Torino contro la Juve, infatti, il Cagliari non ha disdegnato, mostrando comunque cose interessanti, tra cui una buona condizione atletica.
E non è un caso che in Coppa Italia sia arrivata una preziosa affermazione contro il sempre ostico Verona.
Contro lo Spezia l’obbligo è tornare ai tre punti anche se non saranno del match tre pedine fondamentali come Godin, Nandez e Simeone, risultati positivi al Covid.
Ma l’organico a disposizione di Di Francesco è in grado di sopperire alle assenze, con Pavoletti pronto a schierarsi al centro dell’attacco, Ounas e Sottil a dare una mano sulla trequarti e sulle fasce ed un Joao Paolo sempre temibile in fase offensiva.