Una salvezza festeggiata alla penultima giornata con la vittoria di Udine, ma in realtà ottenuta molto prima, considerando che i 32 punti ottenuti con la vittoria sul Venezia alla 31esima giornata sarebbero stati sufficienti.
A ben sette giornate dalla fine!
Impensabile a inizio anno, quando le griglie dei quotidiani sportivi e i pronostici dei guru del mercato, davano lo Spezia al più in diciottesima posizione.
Artefici un gruppo di ragazzi fantastici guidati da un tecnico che, specie da un momento dell’annata in poi, ha saputo sfruttarli al meglio, ha saputo capirli meglio, portarli dalla sua parte.
In sala stampa, emozionato come non mai dirà “ho avuto bisogno io di loro, come loro hanno avuto bisogno di me durante tutto l’anno. Sono onorato di fare parte di questo gruppo, devo ringraziarli per lo spirito di squadra e di sacrificio che hanno dimostrato sempre, è grazie a quello che oggi si meritano questa salvezza. Sono molto orgoglioso e felice, vedere il lavoro che abbiamo fatto dal primo giorno è qualcosa di straordinario. Questi ragazzi rimarranno nella storia di questo Club per sempre“.
In realtà, comunque vada, anche lui resterà nella storia, per ciò che ha fatto, quello che lui stesso non vuol sentir definire come un miracolo, ma che è sicuramente una grande impresa.
Un’impresa forse ancor più eclatante rispetto a quella di Italiano nella scorsa stagione, per gli innumerevoli motivi che abbiamo più volte descritto nel corso dell’annata.
Dicevamo dell’annata complicata, Motta non trova scuse, non lo ha mai fatto, non lo fa nemmeno il giorno della salvezza.
Se provi a chiedergli quello che è stato il momento peggiore, più difficile, dalla stagione, ti risponde che non se lo ricorda “Il mio modo di lavorare è pensando al presente, cercando di tirare fuori il meglio dai miei ragazzi giorno dopo giorno, questo momento esaltante è tutto merito loro“.
Nessuna scusa, nessun alibi, solo lavoro e ancora lavoro, di certo nel dopo gara di Udine viene fuori l’aspetto più bello del tecnico, quando si lascia andare sotto la Curva dei tifosi, quando canta assieme ai suoi giocatori, quando stringe mani con le lacrime agli occhi, un aspetto umano che ora finalmente traspare a tutto tondo.
Accusato di essere un freddo, di non saper trasmettere ai suoi giocatori la carica giusta, di non vivere la gara con l’intensità giusta, Thiago durante l’anno è cresciuto tantissimo.
La timidezza nell’esternare le sue sensazioni ha lasciato gradualmente il posto a un uomo che ha vissuto intensamente ogni gara che ha stabilito un feeling via via più importante e solido con i suoi giocatori.
Ma a che posto colloca questa vittoria nel palmares delle sue vittorie, straordinarie, il top per un calciatore.
Lui non ha dubbi a rispondere, a testimonianza del trasporto con il quale ha vissuto questo periodo “Questa al momento è la vittoria più bella, ogni momento è unico e bisogna saperselo godere, senza pensare a ciò che è passato o al domani, mi godo quest’impresa, godiamoci questa impresa“.
Il lato umano di un tecnico in crescita professionale, che di sicuro durante l’annata avrà anche sbagliato qualche scelta, ma che alla fine ha avuto ragione sui detrattori e su chi lo ha criticato, anche con ingiustificata cattiveria.
Un obiettivo raggiunto grazie anche all’aiuto fondamentale del suo gruppo “La salvezza l’abbiamo cercata dal primo giorno ed è stata frutto di un lavoro quotidiano e del grande impegno dei ragazzi. Devo ringraziarli per come hanno affrontato anche le difficoltà, senza lamentarsi mai, restando positivi e credendo al massimo nel nostro obiettivo“.
Un tecnico che ha cercato di trarre il meglio da tutti i suoi giocatori, anche ricercando negli stessi quelle caratteristiche che potessero consentirgli di avere la più ampia duttilità possibile al servizio della squadra.
Ciò è da leggere in maniera del tutto positiva, perché senza l’impegno di alcuni dei suoi anche adattati o riscoperti in ruoli diversi da quelli abituali se siamo qui a parlar di salvezza.
La crescita di Kiwior, l’abnegazione di Gyasi, il sacrificio di Maggiore, la riscoperta di Bastoni, la disponibilità di Ferrer, solo per citarne alcuni, sono alla base di un risultato straordinario.
L’ultimo in ordine di tempo è l’esordio di Bertola, schierato a centrocampo, lui che nasce centrale di difesa “Bertola è un ragazzo che difficilmente perde un duello, quando ha la palla tra i piedi è tranquillo e sereno. So che la sua posizione ideale è quella di difensore centrale, e credo lo sarà per tanto tempo perché fisicamente sta benissimo. Gli avevo chiesto se sarebbe stato disponibile a giocare a centrocampo, se ne avessimo avuto bisogno, e la sua risposta è stata positiva, si è reso disponibile al 100% e si è affidato a me: un tecnico non potrebbe chiedere di più“.
In queste frasi tutto il credo di Motta, un allenatore che dà tanto a chi gli dà tanto, ma che difficilmente perdona chi non si comporta da calciatore, chi non si comporta da professionista, chi non partecipa al gruppo in maniera positiva.
Le esclusioni che hanno caratterizzato specie la prima parte della stagione, sono il frutto di questo credo, ma anche in questo, ha avuto ragione lui.
Che poi chiarisce anche il segreto della crescita, di tutti, anche della sua “Io cerco di migliorare ogni giorno insieme ai ragazzi, è un percorso di crescita che abbiamo fatto insieme. La mia grande soddisfazione è quella di aver partecipato alla creazione di un gruppo di ragazzi fantastici“.
Dopo un’annata così e considerando il lungo contratto con lo Spezia, altre due stagioni, la sua conferma dovrebbe essere fatto automatico, ma probabilmente non sarà così.
Intendiamoci, il suo futuro è ancora tutto da scrivere, potrebbe essere lui stesso a lasciare, magari tentato da un’offerta di qualche squadra blasonata.
Ma potrebbero diventare decisivi anche altri aspetti, legati agli assetti interni alla società, all’area tecnica.
Non è un segreto che il rapporto tra il mister e Riccardo Pecini non sia dei migliori.
Quel che ci pare evidente e lo sottolineiamo di nuovo, è l’aspetto umano di un tecnico che può fare una grande carriera, per questo motivo perderlo sarebbe delittuoso e per certi versi incomprensibile.
Si spera che siano fatte scelte da uomini, ma di questo parleremo nelle prossime settimane.