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All’inizio era la rivelazione, in seguito il grande bluff, ora un’insidia. In ventisette giornate non si può di certo dire che il Perugia non abbia cambiato pelle: ritornata dopo anni di assenza nel calcio che conta, la formazione allenata da Camplone e presieduta dall’ambizioso Santopadre, ha sorpreso tutti allestendo una squadra di tutto rispetto e portandosi, sin dalle prime giornate, sulla cima della classifica.
La sconfitta maturata a La Spezia, però, in quella che era la settima di campionato, ha lasciato strascichi negativi, facendo precipitare gli umbri nell’anonimato.
Una spirale negativa durata sino a due settimane fa, durante la quale mister Camplone, artefice della promozione, ha più volte rischiato l’esonero.
Dalla gara interna vinta due a zero contro il Modena, però, il momento buio sembra essere stato messo alle spalle: non è un caso, difatti, che i grifoni, si siano ripetuti nell’ultima gara, battendo a domicilio il Brescia.
36 i punti conquistati, frutto di otto vittorie, dodici pareggi e sette sconfitte. Totale: decimo posto e play-off distanti una sola lunghezza.
3-5-2 il modulo utilizzato da una squadra dove il mix tra esperienza e giovani promesse è il marchio di fabbrica, pronto a creare insidie a qualunque avversario. Tra i giocatori che hanno sposato la causa umbra, infatti, si annoverano nomi del calibro di Amelia, Taddei, Giacomazzi e Comotto. Ma anche Verre, Lanzafame, Parigini e Falcinelli.
Tra i punti deboli spiccano certamente i pochi gol messi a segno, 29, che fanno del Perugia una delle squadre peggiori dal punto di vista realizzativo. Regge, invece, la difesa, con 31 gol subiti.
Il vero punto di forza dei biancorossi ha però un nome e cognome: Renato Curi. Lo stadio di casa, con un passato glorioso, ha portato agli umbri ben sei vittorie, altrettanti pareggi e una sola sconfitta.
Insomma, una neo promossa con le idee chiare, pronta a riprendere il cammino interrotto e a candidarsi come la sorpresa della stagione 2014-2015.