[ot-caption title=”Kvrzic al cross – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/01/Kvrzic-al-cross-per-il-gol-di-Giannetti.jpg”]
Laddove mancava, lo Spezia delle ultime settimane è senz’altro guarito.
Il gol fino a poco tempo fa rappresentava un problema troppo grande per una squadra che compensava tale pecca esibendo una solidità di reparti, ancor più che difensiva, importante.
Ora il problema si è capovolto, nel segno di uno Spezia a tratti pazzo, bellissimo, irresistibile, confusionario, sprecone e ancora maledettamente migliorabile.
Alla ricerca costante di un equilibrio quasi mai raggiunto ma che pare non essere cosi lontano, lo stesso che altre squadre dal potenziale probabilmente inferiore al nostro, hanno raggiunto investendo nel tempo, più che nei nomi.
Per il raggiungimento di questo equilibrio non resta che aggrapparci a rientri importanti, ultimo quello di Juande a Catania, e quello imminente di De Col che, oltre a garantire maggior spessore a destra nel 3-5-2, potrà permettere al mister di tornare di volta in volta agevolmente ad una difesa a 4 che resta anche la più congeniale per Bianchetti, apparso complessivamente in ripresa a Catania.
Il 3-5-2 è per lui un modulo nuovo, praticamente mai fatto in passato, mentre sappiamo bene quale sia il suo rendimento in una difesa a 4.
Nonostante i tanti gol subìti in quest’ultimo periodo, lo Spezia ha raccolto qualche punto importante che gli consente di tenere ad una minima ma importante distanza altre pretendenti ai play-off.
Per agganciare il trenino che conta, che dista sempre ad un tiro di schioppo davanti a noi, occorre però qualcosa in più.
Evidentemente la fase difensiva “peggiore” dello Spezia di mister Bjelica non ne pregiudica completamente il cammino, anche se lo rallenta e non ne permette l’accelerazione decisiva che molti prevedono e aspettano.
Per questo, non c’è che da restare ottimisti. Il rientro di Juande, la riscoperta di Bakic, le serpentine e l’imprevedibilità di Situm, Catellani e Kvrzic, la forza di Nenè, raccontano molto del potenziale di questo Spezia che verrà, un potenziale che è sempre li li per esplodere senza mai riuscirci definitivamente.
La sensazione più bella si sprigiona ragionando in prospettiva, tralasciando per un attimo gli alti e bassi tecnici del presente.
Si fa infatti sempre più forte la convinzione di avere tra le mani un progetto importante, la certezza che buona parte di questo gruppo potrà formare un’ossatura importantissima e solidissima dello Spezia che verrà, con un anno di esperienza in più alle spalle per tutti e, magari, qualche innesto mirato, di quelli veramente importanti e in grado di far compiere un ultimo balzello qualitativo, possibilmente senza badare a ingaggi ed età.
Se cosi davvero sarà, chissà che anche noi popolo di questo golfo potremo scoprire in prima persona ciò che si dice da sempre sulle formazioni che primeggiano in questa categoria, e cioè quelle che da anni “giocano insieme“, che hanno una “ossatura definita da tempo“, ecc.
E scusate se di questi tempi è poco poter ragionare con ottimismo in prospettiva, fermo restando che lo Spezia attuale non partirà certo battuto nei play-off.
Ma comunque cadremo, di certo cadremo in piedi e questa è la miglior carta da giocarci sul futuro, facendola valere però anche nel presente, che ha bisogno costante di serenità e di fiducia.
C’è un potenziale importante da coccolare e da veder crescere, pronto al decollo da un momento all’altro.