Su un campo difficile come quello di Cosenza, dove è già caduta la Cremonese, lo Spezia seguito nel cuore della Calabria da 54 eroici tifosi esce con un pari meritato che muove la classifica.
E’ vero che se le Aquile avessero vinto sarebbero andate a far compagnia a Reggiana e Juve Stabia (due sorprese) in testa alla classifica, ma è altrettanto vero che se Sankoh nel finale avesse avuto una mira migliore, saremmo qui a commentare una bruciante sconfitta arrivata sul filo di lana.
Così non è stato, nonostante il tarantolato Alvini abbia spinto i suoi in avanti fino all’ultimo.
Avrebbe venduto l’anima al diavolo pur di poter battere lo Spezia e vendicarsi dell’esonero del novembre scorso.
Per come si è sbracciato e ha saltato come un matto durante tutta la partita, abbiamo temuto che gli venisse un infarto…
Molto più tranquillo mister D’Angelo, perché il suo Spezia ha dimostrato un’altra volta di essere una squadra tosta, che non si piega facilmente.
Una squadra alla quale manca ancora qualcosa per poter ambire a traguardi prestigiosi, che difficilmente il mercato porterà nel rush finale, ma che ha un suo equilibrio, determinante in un campionato lungo e difficile come la serie B. E potrà comunque togliersi delle soddisfazioni.
Uno Spezia, peraltro, penalizzato al ‘Marulla’ dopo un quarto d’ora dall’infortunio di Elia (speriamo non sia nulla di grave e di poterlo avere domenica al Picco contro il Cesena) e dal problema in fase di riscaldamento accusato da Candelari che ha costretto il mister a farlo giocare solo pochi minuti nel finale.
Spezia che ha avuto un avvio brillante, culminato col ‘quasi’ rigore procurato guarda caso da Elia (ma il pallone era obiettivamente fuori area) e con Micai che ha risposto presente alla punizione di Salvatore Esposito.
Cosenza che non è stato a guardare che si è fatto pericoloso con Fumagalli e Caporale, ma sono state fiammate.
I bianchi invece hanno sfiorato il vantaggio su una clamorosa auto-traversa di Fumagalli sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Era accaduto la stessa cosa a Pio Esposito sabato contro il Frosinone, si può quindi recriminare ma fino a un certo punto.
Paradossalmente lo Spezia ha sofferto di più in chiusura del primo tempo, quando però il Cosenza non è riuscito mai a tirare in porta.
Solo una parata per Sarr nei primi 45′ sul tiro da fuori area di Fumagalli a fil di palo.
Il secondo tempo è iniziato come era finito il primo, con lo Spezia troppo impreciso in fase di costruzione e il Cosenza che ha preso coraggio e metri.
Ma una delle migliori occasioni per sbloccare il risultato l’ha avuta di testa Soleri, ancora su azione d’angolo, però ha trovato Micai sempre in vena di prodezze.
D’Angelo ha provato a rimescolare le carte con gli innesti di Bandinelli, Pio Esposito, Falcinelli e Candelari, il Cosenza però è cresciuto e c’è voluta la bravura di Sarr per togliere a Rizzo Pinna un pallone da sotto l’incrocio dei pali.
Va detto che lo Spezia non è stato in affanno, ha provato comunque a ripartire e il Cosenza non lo ha mai schiacciato nella propria area. Poteva costare caro l’unico errore di Bertola, tra i migliori, ed è vero che il pallone per far saltare il banco lo ha avuto Sankoh a pochi istanti dal fischio finale. Ma non sarebbe stato giusto.
Con cinque punti in tre partite, lo Spezia si ripropone nella media del finale dello scorso campionato. Anche allora, a maggio, a Cosenza uscì un pari.
Un anno fa, di questi tempi, le Aquile uscivano distrutte dalla trasferta di Catanzaro, invece ora ha già gli stessi punti che la scorsa stagione aveva all’ottava giornata.
Come sono cambiate le cose….