[ot-caption title=”Il gruppo è pronto per una partenza lanciata – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/05/Si-festeggia-il-terzo-gol.jpg”]
Bari, Salerno e Livorno…
Queste le prime tre trasferte del campionato che inizierà a settembre che sanno tanto di banco di prova immediato per le aquile.
In generale, saranno quattro le trasferte nelle prime 6 giornate, dopo di che, si andrà a Cesena.
Poco respiro fin da subito, dunque, ma anche la consapevolezza come non mai della propria forza e la conseguente impossibilità di aver paura di questo avvio di campionato che si presenta, sulla carta, in salita.
Chi ha gamba, testa e mentalità tende a mettere la propria ruota davanti a tutti sin dai primi chilometri, con la prepotente voglia di far sentire il proprio peso a tutto il gruppo.
Mister Bjelica non si nasconde e allo stesso tempo fa trapelare tanta voglia di cominciare : “Penso che possiamo affrontare queste partite con ottimismo totale. Per i ragazzi non sarà un problema, ma anzi, uno stimolo”.
In queste occasioni è facile dire che prima o poi bisogna incontrarle tutte, altrettanto facile è dire che un avversario vale l’altro a questo punto della stagione.
Ma guardando il mercato dello Spezia, pensando alla forza e agli obiettivi chiari di questo gruppo, è semplice anche pensare che il problema “Spezia” ci sarà per gli altri, sia che si tratti di partite interne che di partite esterne.
Perché le grandi squadre – e a tratti lo Spezia l’ha già dimostrato l’anno passato – non hanno paura di nessun campo, di nessuno stadio, di nessuna tifoseria avversaria.
Anzi, spesso e volentieri trasformano la difficoltà apparente in un punto di forza fondamentale, sfruttando una pressione “minore” a livello mentale e ricercando quella forza e quei colpi decisivi che i grandi giocatori di ogni categoria hanno nelle corde, sempre, su qualunque campo.
Il calendario è stilato, alcune incognite sotto forma di X e di Y arricchiscono e rendono particolarissima questa stesura ritardata figlia di un’altra estate in cui il calcio è stato sfregiato e ferito nel vivo.
Un calcio però che è sempre, e nonostante tutto, duro a morire.
E si auto-rigenera con la passione infinita della gente, con la voglia di sognare, di ripartire.