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Riavvolgiamo il nastro di un anno esatto e diamo uno sguardo a quella che era la classifica del campionato cadetto: al primo posto troviamo una matricola ambiziosa, capace di collezionare ben tre vittorie su altrettante gare disputate.
Com’è finita la stagione, poi, lo sappiamo tutti, ma 365 giorni dopo, ciò che balza agli occhi sono i cinque punti in meno conquistati dal Perugia e, soprattutto, un gioco che, al momento, è molto distante da quello espresso nella passata stagione.
Di certo, tre gare sono poche per esprimere un giudizio così severo, anche se i fischi del Curi a fine partita con il Crotone, sono il segno di un malumore crescente attorno alla squadra di Bisoli.
Eppure, proprio questo nome dovrebbe tranquillizzare i tifosi e spaventare, al tempo stesso, i rivali: nelle due esperienze cadette in quel di Cesena, difatti, il tecnico bolognese ha raccolto altrettante promozioni.
E se è vero il detto “non c’è due senza tre“, a Perugia possono dormire sonni tranquilli.
Tatticamente, la squadra umbra predilige un 4-2-3-1 con un buon mix di giovani interessanti e giocatori affermati, esperti della categoria: tra questi Rosati, estremo difensore ex Fiorentina e Napoli, Comotto, anch’egli ex Viola, e i vari Del Prete, Volta, Lanzafame, Spinazzola, Belmonte e Ardemagni, dimenticato ex aquilotto.
Contro lo Spezia i bianco – rossi cercano la svolta decisiva. In caso di nuovo passo falso, si prevedono pesanti giudizi del Santopadre, il Presidente, ovviamente.