Pittarello, ancora lui. Aveva già fatto male allo Spezia la scorsa stagione quando vestiva la maglia del Cittadella, si è ripetuto con quella del Catanzaro, quattro minuti dopo essere entrato in campo al posto di La Mantia.
Il suo gol ‘chirurgico’ a fil di palo ha regalato (è proprio il caso di dirlo) una vittoria del tutto immeritata al Catanzaro, buona squadra sì e ora al quarto posto, ma aiutata dalla dea bendata tra un palo, rimpalli incredibili davanti alla porta, miracoli del portiere e anche, bisogna ammetterlo, errori da matita rossa degli attaccanti aquilotti. Se crei sei, sette occasioni da gol e non ne segni neppure uno, allora qualche domanda te la devi fare.
Non arriva a raggiungere un anno intero l’imbattibilità casalinga dello Spezia, che cade al ‘Picco’ dopo lo 0-2 contro la Feralpisalò del 28 febbraio 2024.
Ma nonostante il secondo posto si sia allontanato ora a sette punti, la Curva Ferrovia alla fine ha applaudito la squadra che ha dato tutto, anche con l’uomo in meno, per portare a casa il risultato.
La prestazione c’è stata eccome. Nei momenti di difficoltà non bisogna abbattersi, il campionato non è finito e in undici partite, con lo scontro diretto ancora da giocare, possono succedere tante cose.
Lo Spezia deve però tornare alla vittoria, che manca da tre giornate.
Grande nervosismo in campo per l’alta posta in palio, Bandinelli ne ha fatto subito le spese prendendo un giallo dopo sedici secondi per un colpo al mai troppo amato ex Iemmello.
Non aiuta a tenere calmi gli animi il rigore fischiato per un fallo su Pio Esposito, che non c’è.
Il Var richiama giustamente La Penna che torna sui suoi passi e mostra anche il giallo all’attaccante dello Spezia per simulazione.
I bianchi all’inizio hanno condotto il gioco con autorità, nonostante la febbre abbia debilitato in settimana diversi calciatori tra cui Hristov, I fratelli Esposito, Kouda, Lapadula e Cassata che non è andato neanche in panchina.
Nei primi 25 minuti il Catanzaro ha passato a stento la metà campo. E quando Iemmello è riuscito a tirare, poco prima della mezz’ora, ha fatto un passaggio a Chichizola.
Sono arrivati diversi cross nell’area dei calabresi ma è mancata la ‘zampata’ vincente. E di veri tiri in porta lo Spezia non ne ha fatti, a parte uno ‘telefonato’ di Pio Esposito.
Caserta alla vigilia aveva detto che veniva al Picco a giocarsi la partita e i suoi hanno dovuto inevitabilmente alzare il baricentro per farsi vedere in avanti.
È in quel momento della gara che lo Spezia non ha brillato, sbagliando troppi passaggi, favorendo così la manovra del Catanzaro.
Infatti la più grande occasione da gol prima del riposo è capitata sul piede di Pompetti che da buona posizione ha calciato altissimo. Ci ha provato sempre Pio Esposito da fuori, ma non ha trovato la porta. Se il primo tempo si è chiuso sullo 0-0, non ci sono molte recriminazioni per le Aquile.
Il secondo tempo è iniziato con il diciottesimo palo dello Spezia, colpito da Pio Esposito dopo una grande parata di Pigliacelli, che inizia a diventare l’eroe del Catanzaro. L’ulteriore beffa è che sulla ribattuta, Aurelio ha calciato alle stelle a due passi dalla linea di porta.
Non è decisamente la giornata di Lapadula, entrato al posto di uno spento Di Serio, che prima si è visto negare da Pigliacelli il gol, poi se ne è mangiato un altro deviando male di tacco sotto porta un assist di Hristov.
E dal possibile vantaggio, lo Spezia è rimasto addirittura in dieci perché Lapadula ha colpito Petriccione col piede a martello e La Penna, ancora richiamato dal Var, ha cambiato il cartellino da giallo in rosso.
Se prima lo 0-0 sarebbe stato un risultato da far storcere la bocca, ora è diventato un possibile traguardo.
Che sfuma quando il Catanzaro colpisce praticamente col suo primo tiro nello specchio della porta.
Eppure Candelari, entrato al posto dello stanco Bandinelli, avrebbe avuto il pallone del pareggio, ma solo davanti a Pigliacelli gli ha tirato addosso. Un gol mangiato, più che una prodezza del portiere.
Questa volta nei minuti di recupero, sei più uno, il pari non è arrivato, grazie anche ad un’altro miracolo di Pigliacelli.
Ma guai a voltarsi indietro, bisogna solo guardare avanti e trasformare la rabbia per una sconfitta immeritata, in energia positiva da utilizzare sul campo venerdì sera a Bolzano.