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Nelle ultime sei stagioni, non si può di certo negare che a Novara siano mancate le emozioni: dalla repentina salita dalla C1 alla A, sino all’altrettanto rapida discesa negli inferi della Lega Pro, la società piemontese ha comunque saputo mantenere viva negli anni un’organizzazione da prima della classe.
Tornata nella terra di mezzo della cadetteria, la squadra che fu di Mimmo Toscano – nel frattempo passato e già dimessosi dalle parti di Terni – nonostante la penalizzazione di due punti inflitta dal Tribunale Federale Nazionale della Figc per inadempienze sui pagamenti Irpef, sembra tutt’altro che una matricola destinata a lottare per la semplice salvezza.
In tredici uscite, difatti, la formazione di Baroni ha ottenuto 19 punti – 21 sulla carta – frutto di sei vittorie, di cui una prestigiosissima contro la capolista Cagliari, tre pareggi e quattro sconfitte, l’ultima delle quali nella scorsa giornata a Salerno che ha issato il sipario a un filotto di sei risultati utili consecutivi.
Uno stop che non modifica le ambizioni degli azzurri, in piena zona play off grazie all‘ottava posizione e in grado di contare su una rosa più che rispettabile: dall’esperienza degli eterni Evacuo, Gonzalez e Buzzegoli, passando per i vari Viola – assente per squalifica contro lo Spezia – Faraoni, Faragò, Troest e Galabinov.
Tasselli importanti per il 4-2-3-1 di Mister Baroni, capace di donare ai novaresi non solo ottime prestazioni, ma anche una solidità difensiva di primo livello: le statistiche ci dicono infatti che quella dei piemontesi, con soli 9 gol subiti, è la seconda retroguardia meno perforata del torneo. Meglio, con 7 reti, ha fatto solo il Perugia.
Tutt’altro discorso, invece, per il reparto offensivo, sin qui non all’altezza delle aspirazioni dei gaudenziani con le sole 13 segnature messe a segno.
Quello dell’attacco poco prolifico è però un neo nella sin qui ottima stagione del Novara, intenzionata a regalare ai propri tifosi l’ennesima girandola di emozioni.