[ot-caption title=”Coreografia in Curva Ferrovia – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/05/Coreografia-Curva-Ferrovia.jpg”]
“Dopo aver ascoltato critiche e consigli, invitiamo tutti coloro che vogliono far risplendere la curva e presentarsi al bar per andare poi insieme allo stadio per l’affissione degli striscioni e l’allestimento della coreografia. Chi la dura la vince!“.
In poche, ma importanti parole, si riassume il concetto della parte più calda del tifo bianco, la Ferrovia.
Con il comunicato di oggi si invita tutti coloro che hanno a cuore lo Spezia a dare un contributo di calore e di voce in vista della partitissima contro il Livorno. Partita che dovrebbe presentarsi e caricarsi da sé, ma visti i tempi di vacche magre del tifo, bene fa la Ferrovia a richiamare tutti al grado e al volume massimo della passione.
Per un calore che, ci auguriamo, inizi a farsi sentire dai minuti del riscaldamento, proprio come avveniva fino a qualche anno fa in occasione delle partite di cartello; per non parlare dei “Derby” contro le toscane.
Si lascino in tasca cellulari ed altri dispositivi, e si torni tutti insieme a dare fiato alla voce e ad alzare le braccia. Questo Spezia in crescita merita un’altra occasione, un nuovo calore e, vista la classifica, un’ulteriore spinta convinta dagli spalti.
Una rinnovata, seppur condizionata, fiducia.
L’amalgama squadra-tifoseria è d’altro canto una delle cose più difficili da trovare negli ambienti sportivi in generale, e tutto si può dire a questa piazza, tranne che abbia mai fatto mancare il proprio sostegno, più o meno convinto e caloroso, nei vari momenti della stagione, compresi quelli più difficili.
Mai la squadra è stata “abbandonata” o contestata nel senso più autentico della parola. Ma ora occorre qualcosa di più, magari da domenica, da questo derby domenicale che, dato il giorno e l’orario, inevitabilmente trascina con sé dei sapori tradizionali.
Quale migliore occasione, quindi, per rivestire quella curva e quello stadio di ciò che solo noi conosciamo bene e che, in fondo, manca tremendamente a tutti, sia a chi si sbatte davvero e predica nel deserto, sia a chi resta seduto, in silenzio, a maneggiare un cellulare, popolando “quel” deserto e rendendosene inevitabilmente colpevole.