[ot-caption title=”Piu salta l’avversario – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2017/02/Piu.jpg”]
La “piccola opportunità” non fu colta, anzi, fu accarezzata, intascata e poi gettata. Ciò non vuol dire che non verranno compiute grandi imprese, però adesso brucia, brucia assai, e da qui si capisce ancor meglio il parere della vigilia di mister Di Carlo.
Tre vittorie consecutive avevano riportato gioia e spensieratezza, aggiustato la classifica e riempito lo stadio quasi come nei giorni di maggiore attesa e fiducia.
Che qua, da queste parti, è sempre roba da fare incrociare le dita.
Il pareggio di ieri contro il Trapani toglie poco e nulla al concetto, ma molto ad una graduatoria che lascia un amaro in bocca infinito, guardandola oggi.
Perché la classifica va guardata, analizzata, ponderata nei suoi aspetti migliori e peggiori. Da sempre, fin da ottobre.
E’ mancato, insomma, poco cosi per scavalcare due concorrenti dirette ai Play Off e rimboccarsi dolcemente le coperte al quinto posto solitario, segnando un divario ancor più importante col resto delle inseguitrici che invece restano in scia, riavvicinandosi dopo una settimana di lontananza.
Tutto da una settimana all’altra può cambiare, ma quando l’occasione è ghiotta ed il ferro è caldo, i punti persi pesano come macigni e noi siamo sempre “li”, nel mezzo, con quella sensazione ormai antica che manchi sempre quel po’ di chissà cosa per prendere davvero il volo e toccare vette altissime.
Di anno in anno, la stessa strana sensazione che, intendiamoci, molte altre piazze vorrebbero avere.. non c’è certo nulla da buttare, anzi.
L’uno-due di Granoche pareva spianare la strada ad un pomeriggio di festa, dove il sole ed i colori che solo il “Picco” in certe giornate sanno regalare, parevano disegnare un quadro perfetto, luminoso più che mai.
Forse tutto troppo semplice e banale per pensare di aver già vinto dopo dieci minuti di gioco, dopo quel doppio vantaggio che avrebbe potuto stendere molte squadre.
Non il Trapani di questo periodo, tutt’altra compagine rispetto al gruppo scialbo e sfortunato di qualche settimana fa.
La bocca, però, ce la siamo fatta, e nonostante il primo gol col quale i siciliani hanno accorciato le distanze, si sarebbe forse potuto controllare diversamente il match, opponendo una resistenza di maggior sostanza nell’ultima mezzora di gioco, quando si è capito che il terzo gol difficilmente sarebbe arrivato.
Quella del Trapani è stata, infatti, una rincorsa di qualità e di quantità che cresceva col passare del tempo, alla quale neanche Mimmo Di Carlo ha saputo dare una frenata decisiva, ne con i cambi, ne con possibili alternative tattiche in grado di dare maggiore densità e copertura di fronte ad un Trapani in salute.
C’è da dire che troppa confusione e troppa testardaggine nel portar palla ha facilitato il compito della squadra di Calori, la quale si è ritrovata a non correre più di tanto dietro al pallone per recuperarlo, trovandosi sovente la palla su un piatto d’argento.
Questo è stato il marchiano errore collettivo degli aquilotti, che ha favorito inevitabilmente il finale thriller.
I dettagli, la fortuna, i meriti e le occasioni colte o non colte, determinano il cammino finale in maniera inesorabile ed insindacabile, per questo, i due punti sfuggiti di mano al novantesimo minuto pesano nel presente, e avrebbero fatto volgere lo sguardo a Novara con maggiore tranquillità e col morale in ebollizione d’entusiasmo. Tant’è.
Resta il dolce dei dieci punti nelle ultime quattro partite, con a margine questo indigeribile amaro targato, ancora una volta, granata siciliano.