[ot-caption title=”Antonio Piccolo – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2017/02/Piccolo.jpg”]
E’ passato qualche giorno, e qualche camomilla, dal pareggio contro il Trapani che ha bloccato sul più bello una squadra in pieno volo.
Un pareggio rocambolesco non tanto per il modo col quale lo Spezia s’è fatto recuperare dal 2-0 dei primi dieci minuti, quanto perché sbloccare il risultato in certi tipi di partite dai punti pesanti, è sempre stato un fardello notevole da queste parti.
Quei dieci minuti iniziali parevano scrivere un nuovo capitolo di una nuova storia, come fosse una risalita in classifica quasi inarrestabile, a dispetto della storia recente.
Quattro vittorie di fila, da queste parti in serie B, è roba da stropicciarsi gli occhi, che avrebbe avuto un significato importantissimo.
Invece la banda di Mimmo Di Carlo deve far finta di ragionare in maniera più “globale“, considerando cioè la striscia di risultati utili consecutivi e, conseguentemente, i 10 punti nelle ultime quattro partite. Cosi, a mente fredda, si prepara una trasferta difficile, storicamente ostica.
Novara per noi significa l’ultima partita sulla panchina aquilotta di Nenad Bjelica, una svolta che la piazza, forse, non era ancora pronta ad affrontare, ma che in seguito ha portato ad una gestione tecnica a dir poco soddisfacente, quella dei nostri giorni.
Novara per noi è campo in puro sintetico, è Gonzales, funambolo spesso imprendibile per le nostre ed altrui difese, è il freddo delle temperature di puro stampo nord piemontese. Perché noi, a Novara, siamo andati quasi sempre d’inverno.
Novara dista da noi diversi chilometri, ma solo quattro punti in classifica. Ecco perché dovremo stare attenti alla loro sfuriata, al desiderio di accorciare la classifica in ottica Play Off.
Per alcune squadre, certi scontri diretti somigliano quasi ad un’ultima spiaggia, per questo lo Spezia dovrà mettere sul campo grande lucidità mentale e maturità, sfruttando proprio quegli spazi che la smania di attaccare e di vincere potrebbero concedere.
Mancherà Fabbrini, e mancherà tanto proprio da questo punto di vista.
Con un Piccolo non ancora al top, chissà che possa essere finalmente la volta, per Mastinu, di esplodere definitivamente, di prendersi una consacrazione che meriterebbe per quanto fatto fino ad oggi.
A meno che il mister non scelga di rilanciare uno scalpitante Piu, in crescendo di condizione e desideroso di mettere minuti nelle gambe.
Per Giannetti, forse, è ancora presto, anche se manca davvero pochissimo per la sua prima convocazione.
La davanti, comunque sia, in questo momento Granoche è più di una garanzia; promette altra diavoleria.