[ot-caption title=”Saluto finale alla Ferrovia – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2017/09/saluto-finale.jpg”]
Che potesse non essere un avvio in discesa era preventivabile, non solo per gli avversari da incontrare, Palermo e la bestia nera Carpi, quanto per l’inevitabile scotto che una squadra rinnovata gioco forza può subire.
E questo a prescindere dalle scelte di mercato che solo il tempo dirà se giuste o errate.
Il match con il Carpi ci restituisce uno Spezia anche sfortunato, magari impreciso, ma soprattutto alla ricerca di certezze e continuità di gioco nell’arco dei novanta minuti.
I biancorossi di Calabro portano via i tre punti dal Picco, si potrebbe dire con il minimo sforzo, perché le occasioni create si limitano all’essenziale, o meglio sfruttando l’occasione avuta.
Non succede altrettanto dall’altra parte, anche perché un Granoche già in forma quasi ottimale, si fa ribattere il possibile ed anche qualcosa di più, dal portiere Colombi, in serata si.
Mister Gallo, senza Calabresi e Masi e con Ceccaroni a mezzo servizio, si fida più di De Col che di Capelli per la linea di difesa, ma l’esterno spezzino non ha colpe sul gol subito.
Semmai a soffrire un po’ di più è la mediana, con Pessina, Juande e Acampora schierati fianco a fianco per la prima volta.
Impressiona comunque in maniera positiva il giovane monzese che Gasperini non voleva mollare, denotando una buona dose di personalità, oltre che qualità in ogni zona del centrocampo.
Anche Juande sin che reggono le gambe dimostra di poter essere lui il faro del centrocampo, mentre Acampora finisce per dialogare poco con i compagni, e con Lopez sulla fascia, gestendo male le sue accelerazioni.
Positivo l’innesto di Giorgi, non certo al meglio della condizione ma in grado di dare spessore fisico al reparto, come anche quello tra centrocampo ed attacco di Guido Marilungo, un giocatore in grado di creare superiorità numerica e imprevidibilità in fase offensiva.
Attacco che ha visto protagonista Granoche, ma anche il lavoro oscuro ma prezioso di Francesco Forte, abile nel creare spazi per il compagno, anche se poco partecipe in fase conclusiva.
Presto per dire se sarà un suo limite, ma per movimenti, protezione della palla e attacco alla profondità, l’ex attaccante del Perugia sembra avere le carte in regola per segnare anche gol pesanti.
La gara con il Carpi ci ha quindi proposto una squadra spiccatamente in rodaggio, difficile potesse essere il contrario, ma che ha comunque collezionato quelle 7/8 palle gol nitide che non possono che dare un segnale positivo.
Una squadra che è arrivata al 95esimo in buone condizioni fisiche, riuscendo ad esprimere il massimo del forcing offensivo, proprio nella parte finale del match.
Fase in cui la squadra si è probabilmente scrollata anche di dosso la timidezza dell’esordio al Picco, trascinando e facendosi trascinare dai seimila tifosi bianchi.
Logico che ci sia apprensione nella tifoseria, ma è anche logico che si debba dar tempo a squadra e tecnico di trovare la quadratura del cerchio nella famosa “amalgama” di vecchi e nuovi interpreti.
Gli applausi finali di tifosi testimoniano l’apprezzamento da parte dello Stadio nei confronti di una squadra che ha componenti nella sua rosa in grado di infiammare il pubblico, dal punto di vista tecnico e caratteriale.
Ripartire da queste armi nel derby di sabato sarà fondamentale, per sfruttare questo feeling che dovrà essere l’arma in più di questa annata.
Se poi arrivasse anche la ciliegina sulla torta, le prospettive potrebbero anche cambiare radicalmente..