[ot-caption title=”” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/12/avversaria-cittadella.png”]
Nata nel 1973 dalla fusione di Cittadellese e Olimpia, il Cittadella, o “Citta” per utilizzare il gergo dei tifosi granata, rappresenta ad oggi una sorta di piccolo – grande miracolo del mondo calcistico.
Poco più di 20.000 anime, un passato nei campionati minori ed un presente che, nonostante l’ultimo posto in classifica, continua comunque a regalare emozioni al popolo veneto.
E come in tutte le belle fiabe, anche il Cittadella può annoverare tra i protagonisti un timoniere che da undici anni, come nei più romantici dei matrimoni, è fedele alla propria sposa, nel bene e nel male. Il suo nome? Claudio Foscarini.
In sella dal 2003, l’allenatore di Montebelluna, classe 1958, è stato il vero fautore delle fortune granata. A cominciare dalla promozione nella cadetteria ottenuta nella stagione 2007- 2008, sino alla storica sesta piazza del 2010, culminata poi con l’eliminazione nella semifinale play-off, persa contro il Brescia. Da allora, sono arrivati un quattordicesimo, un sedicesimo, un quindicesimo e un diciassettesimo posto: risultati ben lontani dalla magica stagione 2009-2010, ma comunque accolti con grande entusiasmo.
L’attualità però non fa di certo sorridere, con il Citta a 14 punti, pari merito con Latina e Crotone, all’ultimo posto in classifica. Troppo poche le vittorie, solo due, a fronte di sei sconfitte e ben otto pareggi.
Una squadra dalla natura offensiva, schierata in campo da Foscarini con un 4-3-3 di zemaniana memoria, in grado di mettere a segno 22 reti, ma di subirne anche 27.
In avanti il trio d’attacco, formato da Sgrigna (assente al Picco), Coralli e Gerardi rappresenta il vero punto di forza dei veneti; lo stesso non si può però dire per gli altri reparti, soprattutto della difesa, tra le più perforate del campionato.
Davanti alla porta difesa dall’ex Spezia Valentini e dallo stoico quarantacinquenne Pierobon, troviamo il figlio d’arte Andrea Signorini, capitan Pellizzer (out al Picco per squalifica) e i giovani terzini Barreca e Pecorini, rispettivamente classe 1995 e 1993.
Sulla mediana, invece, spazio a Busellato e Rigoni, con Palma, Benedetti (anche lui squalificato per la gara di sabato) e Schenetti pronti a giocarsi un posto da titolare.
Nel complesso, una realtà che annovera tra le proprie fila molti giovani e che ricorda molto la piazza di Chievo Verona.
Progettualità, spensieratezza e serenità sono infatti i segreti di una squadra che, nonostante le fisiologiche difficoltà incontrate nel proprio giovane cammino, ha saputo nel tempo regalare emozioni a tutti gli appassionati di calcio.
Senza dimenticare, infine, il fattore chiave rappresentato da una Società che non ha mai messo in discussione il proprio allenatore, permettendogli invece di lavorare e crescere in condizioni ideali giovani promesse del calibro di Manolo Gabbiadini.
Una virtù all’apparenza semplice, ma tutt’altro che scontata in questi tempi frenetici e schizofrenici.