[ot-caption title=”L’esultanza di Catellani dopo il terzo gol – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/12/Esultanza-al-gol-di-Catellani.jpg”]
Una cosa è certa, potremmo già scrivere mezzo libro sulle occasioni perse in questo campionato.
Per un motivo o per l’altro, dimostriamo sempre di essere in grado di compiere quel salto triplo, senza mai riuscirci effettivamente.
Ma siamo lì.
E’ più ragionevole imprecare per una posizione persa o guadagnata da marzo, è vero, ma ogni punto, ogni vittoria a questo punto della stagione è pesante, fa fieno in cascina, fa morale, fa fantasia.
Trapani, Cittadella, Vicenza e Lanciano, quattro partite dopo le quali dovremmo essere tutti rimasti senza mani, da quanto ce le siamo mangiate.
Ieri, sul 2-0 alla mezzora del primo tempo, molti di noi si sono sentiti a pieno titolo mezza vittoria in tasca.
Squadra che stava rispondendo alla grande al cambio di modulo del mister, per uno Spezia che una volta di più si stava scoprendo camaleonticamente efficace, sostanzioso, e anche bello.
Poi un black-out, la forza del Lanciano che esce prepotente, qualche disattenzione di troppo e probabilmente anche qualche svista arbitrale pesante sui primi due gol.
E poi un Catellani formato gigante a ristabilire un 3-2 che sapeva di prepotenza, di potenza. Di secondo posto.
Ed è qui, sul 3-2, che sin dall’inizio del secondo tempo forse si sarebbe dovuto badare al sodo e coprire una difesa che sembrava essere troppo esposta alle azioni offensive del Lanciano.
I campanelli d’allarme del primo tempo e di inizio ripresa erano suonati, richiedevano forse una migliore e più robusta cerniera a centrocampo e di conseguenza una maggior protezione per la difesa.
Col passare dei minuti Sammarco – Brezovec non garantivano più quella sufficiente diga in mezzo ed il Lanciano ne ha approfittato.
Quasi mai una squadra ospite è stata in grado di entrare con facilità nei nostri 16 metri, e in velocità.
Probabilmente uno tra Bakic, Canadja e Acampora avrebbero fatto molto comodo per arginare la propulsione offensiva degli abruzzesi.
Perchè è sempre li, in mezzo al campo, che si decidono le partite nonostante fortuna, sfortuna o errori singoli.
3 gol presi e una difesa quasi tutta ammonita sono segnali chiari di quanto ieri, ad un certo punto, la squadra abbia sofferto oltre il lecito a causa del proprio atteggiamento tattico.
Non è bastato il passaggio al 4-4-2 e il necessario arretramento di De Col nella zona di campo nella quale Datkovic ha patito le pene dell’inferno per 45 minuti.
E’ anche vero, però, che 3 gol fatti sono un buon segnale, data la propensione di questa squadra a segnare poco.
Dettagli comunque, seppure importanti, ma il calcio non dà mai la contro-prova.
Appena il mister troverà il giusto equilibrio tra propensione offensiva e solidità difensiva, saremo certi che nessuno sarà superiore a noi, con ogni probabilità neanche Carpi e Bologna.
Mai, però, andrà disperso il tesoro che il 3-5-2 ci ha garantito per quasi tutto un girone, in termini di solidità.
Non siamo gli unici a perdere occasioni, non dimentichiamo neanche questo.
E’ un campionato cosi. E’ la serie B.
E nonostante la delusione per un mancato Natale al secondo posto, dovremmo essere tutti contenti di aver passato un pomeriggio calcistico come quello di ieri, al Picco.
Due belle squadre che giocano a calcio, che giocano con ruvidezza, che creano, che subiscono.
Ma una partita con la P maiuscola.
Più lucidità e più passione ci porteranno molto lontano.