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Nei giorni scorsi lo spagnolo delle aquile Miguel De Las Cuevas, ha concesso un’intervista al quotidiano sportivo AS, pubblicata anche online.
Di seguito un sunto delle dichiarazioni del calciatore, mentre il link alla pagina di AS.com, lo trovate in fondo a questo articolo.
Da Pamplona a La Spezia, dalla Seconda Divisione di Spagna alla Serie B Italiana.
“Mi è arrivata questa offerta interessante dall’Italia ed ho raggiunto un accordo con l’Osasuna per partire. Lo Spezia mi ha offerto due anni e mezzo di contratto e un progetto sportivo che mi interessava. Si è risolto tutto in una notte, il 30 gennaio è diventato ufficiale ed eccomi qui“.
Ti saresti mai immaginato di andare a giocare in un calcio diverso da quello spagnolo?
“In realtà non avevo mai preso in considerazione questo cambiamento ne tanto meno di finire in una città come La Spezia, ma l’allenatore mi ha chiamato di persona, mi ha spiegato il progetto e mi ha convinto. E’ una bella sfida e l‘incentivo di lasciare la Spagna dopo tanto tempo ha influenzato la scelta. Volevo sperimentare cose nuove nella mia carriera, non avendo mai giocato all’estero“.
La differenza tra la Spagna e l’Italia settentrionale non è poi così grande come tenore di vita.
“E’ vero, la vita è quasi uguale e la città mi ha sorpreso in positivo. Il clima è simile, il cibo ottimo, lo stile di vita in generale è abbastanza buono. Mi viene quasi da dire che è più caldo rispetto a Pamplona, il clima è quasi più simile a quello di Alicante e ciò mi ricorda la mia terra e mi fa sentire a casa“.
L’allenatore Nenad Bjelica, un croato che ha giocato nell’Albacete, Betis e Las Palmas, aveva talento come lei, è per questo che ti ha voluto?
“E’ stato un aspetto fondamentale per la mia firma. Sapeva come gioco e cosa posso dare alla squadra. Qui è tutto più tattico, più fisico, si gioca al massimo su ogni pallone. In squadra siamo tre spagnoli (De las Cuevas, Juande e Luna) e per me è stato importante per ambientarmi al meglio“.
A più della metà della stagione che ambizioni ha lo Spezia?
“Quando sono arrivato eravamo terzi ad un passo dalle prime due per salire direttamente in Serie A. Ora siamo in zona play-off, ma l’obiettivo rimane lo stesso, quello di lottare per la promozione. Ho potuto finalmente debuttare dopo due settimane qui, nella gara con la capolista Carpi, mentre questo fine settimana abbiamo vinto 3-2 in casa“.
Rispetto al calcio spagnolo quale è il livello della Serie B?
“Direi più o meno lo stesso livello della seconda divisione spagnola. C’è molto equilibrio, ogni squadra può battere chiunque e se azzecchi una striscia positiva arrivi subito in alto. Qui è molto difficile trovare delle difese disorganizzate, anche perché quasi tutti giocano con cinque difensori e quindi tutto ciò è normale. In questo campionato è più difficile esprimersi per i giocatori tecnici, essendo un calcio molto fisico e tattico“.
Potreste salire in Serie A per la prima volta nella storia del club.
“Lo spero. Il nostro stadio è piccolo rispetto a quelli dove giocavo in Spagna, ma c’è molta cultura calcistica e di solito viene riempito. I tifosi sono molto attaccati alla squadra e sono sempre pronti a sostenerci. E’ bello giocare qui“.
Qui di seguito il link all’articolo su AS.com:
