[ot-caption title=”Andrea Catellani batte il rigore del quinto gol – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/03/Catellani-batte-il-rigore.jpg”]
Nei vocabolari italiani, alla voce “Reagire” si possono trovare varie definizioni, tra le quali “compiere un’azione in risposta ad un’azione di altri“, oppure “opporre una resistenza attiva a una situazione difficile” e ancora “agire in risposta ad uno stimolo“.
Risulta però difficile trovare una definizione perfetta ed esaudiente per descrivere quello che lo Spezia ha combinato in quel pazzo primo tempo di ieri, seppure vari spunti possiamo certamente ritrovarli dentro certe descrizioni da vocabolario.
Il carattere e le reazioni di questa squadra talvolta sfuggono alle più semplici definizioni ma sanno spiegarsi perfettamente agli occhi di chi assiste euforicamente a pagine di calcio pazze e bellissime come quelle di ieri sera.
E’ questo il tratto caratteristico ribadito una volta di più dalla truppa di mister Bjelica.
Il carattere, la voglia di non mollare l’osso facilmente e di andare avanti col cuore la dove non arriva l’esperienza, l’attenzione singola e la disciplina tattica.
E’ una caratteristica questa che è tipica, del resto, di squadre giovani che sovente si trovano a dover correggere errori anche banali che pregiudicano partite e punti importanti ai fini della classifica.
Ieri, cosi come nella scorsa partita casalinga vinta in rimonta contro il Modena, sono usciti i limiti e i pregi di questa squadra in un contrasto straordinario, lasciando nel pubblico la consapevolezza di avere tra le mani un “giocattolo” che può regalare grandi soddisfazioni anche a livello di classifica una volta raggiunto un grado superiore di maturità nei singoli.
E’ una squadra che non si sente mai battuta e che per questo manifesta un “credo” tanto caro alla gente del Picco, o comunque alla maggior parte dei tifosi che da anni calcano questi spalti.
Già questo basterebbe per vedere il bicchiere mezzo pieno ogni settimana che passa.
Lo svantaggio prima, ed il doppio svantaggio poi, suonavano ieri sera come un’altra delle tante ingiustizie per una squadra che ha saputo approcciare al meglio la partita dopo la sconfitta di Perugia.
Un calcio sempre palla a terra e propositivo, come avvenuto nella maggior parte delle partite in questa stagione, sia quelle vinte che quelle non vinte.
E’ vero, per diversi tratti di partita gli ultimi sedici metri restano per noi una zona maledettamente difficile da penetrare, anche se l’arrivo di Nenè e l’esplosione di Situm portano e porteranno grandi benefici in questo per la loro capacità di duettare nello stretto e di giocare per la squadra, in profondità.
Si subisce poco, ma quel poco nell’ultimo periodo viene pagato a caro prezzo ed è questo che, unito alla ricerca di una diversa connotazione tattica, segna la differenza principale rispetto a qualche mese fa riguardo ai gol subìti.
Negli occhi resta però una squadra che trascina e si fa finalmente trascinare da un “Picco” che ha assistito da protagonista a questa ulteriore prova di carattere, come solo questo e pochi altri stadi sono in grado di fare nelle giornate migliori.
La reazione della squadra e il senso di “accerchiamento” a livello arbitrale manifestatosi chiaramente anche ieri in quel primo tempo, hanno avuto la forza di creare in un lampo un tutt’uno tra squadra e pubblico come avveniva nei tempi migliori del tifo spezzino.
L’orgoglio di aver saputo recuperare in brevissimo tempo un doppio svantaggio che avrebbe steso anche un toro, è più forte dell’improvviso cambio di rotta (in senso casalingo) del sig. Minelli, giunto quando il ruggito del Picco aveva segnato decibel importanti.
A dimostrazione che questo stadio può ancora fare la differenza, anche in serie B.
Ora dentro con Bianchetti, De Col e Juande, a completare il puzzle di questa squadra pazza ma affamata, che ha solo bisogno di crescere con la doverosa fiducia da parte di tutti.
Serenamente.