Esperienza e Gioventù, le due facce dello Spezia targato Bjelica – La mediana internazionale: Juande e Canadjija.

|

|

[ot-caption title=”Grafica SpeziaCalcioNews – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/04/esperienza-gioventu-Juande-Canadjija.jpg”]

A settembre 2014 è partito il progetto del “nuovo Spezia” targato MiskovicVolpi: l’obiettivo primario era quello di ringiovanire la rosa e creare un gruppo solido e di prospettiva. C’è voluto qualche mese per vedere i primi risultati, poi il mercato di Gennaio ha scombinato un po’ i piani; ma le linee guida tracciate dalla società sono state rispettate: molti giovani in arrivo, ma anche giocatori esperti per far crescere un gruppo quasi nuovo.

Proprio di questo parallelismo parleremo nella nostra rubrica “ESPERIENZA E GIOVENTÙ“, nella quale metteremo a confronto due giocatori, un giovane e un “vecchio”, per ciascun ruolo. Continuiamo il viaggio all’interno della rosa aquilotta, parlando del centrocampo.

Juande (Juan de Dios Prados López) e Dario Canadjija sono i protagonisti del secondo capitolo. Spagnolo classe ‘86, il primo è un centrocampista di esperienza; croato classe ‘94, il secondo gioca anch’egli in mediana e nonostante la giovane età, è già molto sicuro e ha alle spalle diverse presenze nella massima serie croata.

Due carriere diverse, come differenti sono i paesi di origine dei nostri protagonisti, che in questa stagione però, giocano entrambe con la maglia dello Spezia. Il centrocampista da cui Juande ha imparato di più nella sua carriera è stato Fernando, suo compagno nel Betis Siviglia. Mentre Canadjija riconosce in Brezovec e Juande i giocatori che gli hanno insegnato di più: il croato già tra le fila del Rijeka, mentre lo spagnolo da quando milita con lui tra gli aquilotti.

Nel ruolo di centrocampista sono molti i nomi che ricordiamo nel calcio mondiale, ma scopriamo quali sono i giocatori che hanno impressionato di più i nostri due protagonisti. Juande ricorda un grande giocatore del Real Madrid: Guti (Josè Maria Gutiérrez Hernández), mediano classe ‘76 che ha collezionato ben 387 presenze con i Blancos. Dario Canadjija invece, nomina un grande del calcio mondiale: il suo mito è Zinédine Zidane, pallone d’oro nel 1998, bandiera del Bordeaux, della Juventus e del Real Madrid.

E secondo i due mediani dello Spezia, qual’è la dote più importante per un centrocampista? Secondo Juande è fondamentale saper fare la giocata più semplice, che in realtà è quasi sempre la cosa più difficile e sapere sempre dove e a chi dare il pallone. Per Canadjija è indispensabile saper dare equilibrio alla squadra ed essere in grado di impostare l’azione fornendo palle buone agli attaccanti.

Parola ora a Jaunde.
Come vedi i giovani centrocampisti di questa squadra e più in generale i giovani nel campionato di serie B?
Devo dire la verità, in serie B non sono stato impressionato da nessuno in particolare; quelli che mi hanno colpito di più sono sicuramente i miei compagni di squadra: tutti quanti, nonostante la giovane età, hanno grandi qualità e si impegnano ogni giorno per migliorare. Queste sono caratteristiche molto importanti per poter crescere e poter arrivare a fare grandi cose“.

Pensi ci sia nello Spezia qualche giovane che possa fare una carriera simile alla tua?
Io ho sempre detto che Gennaro Acampora ha delle qualità davvero impressionanti e se sarà bravo a gestire la testa e a migliorare sempre di più nella gestione del gioco, sapendo sempre cosa fare in campo, potrà arrivare lontano. Per me è come se fosse un fratello, sono molto legato a lui e gli auguro di fare grandi cose“.

Ci sono differenze nell’interpretazione del tuo ruolo tra calcio italiano è calcio spagnolo? E più in generale quali sono le differenze che hai trovato tra il calcio italiano è quello spagnolo?
Penso che in Spagna il ruolo di centrocampista sia molto più importante rispetto a quanto lo sia qui: in una partita del campionato spagnolo i centrocampisti toccano molti palloni, qui in Italia si può giocare una gara e le due mezzali possono aver gestito solo dieci palloni; se mi capita di fare una partita così e magari di vincere, nonostante il risultato positivo, non riesco ad essere soddisfatto della mia prestazione“.

Da bambino ti immaginavi la tua carriera così come è?No, non me la immaginavo così; però sono molto contento di tutto quello che ho fatto: ho imparato tanto da tutti, ho sempre avuto dei compagni di squadra fantastici, in tutte le mie esperienze. Si può sempre fare meglio, certo, ma alla fine mi ritengo soddisfatto di quello che ho fatto“.

Com’è stato giocare in campi importanti come il “Santiago Bernabeu” e il “Camp Nou“?
L’emozione è stata davvero grandissima, però tra i due stadi, ho avuto l’esperienza più bella al “Bernabeu”. Ho giocato lì per due volte in una settimana, quando avevo come allenatore Luis Miguel Fernández Toledo: la prima volta è stata una partita di Copa del Rey, che finì 1-1 e grazie a quel risultato abbiamo passato il turno. La seconda volta invece è stata in Liga: penso che il mister mi abbia dato fiducia, vista la mia buona prestazione nella gara di Coppa; anche quella partita finì in pareggio, ma a reti inviolate“.

Tocca poi a Dario Canadjija.
In squadra con te ci sono due centrocampisti molto esperti come Juande e Brezovec: quanto ti hanno aiutato e quanto è importante per un giovane la presenza di giocatori più esperti all’interno di una rosa?
Per me sono molto importanti i consigli dei miei compagni più esperti: ovviamente è più facile giocare con due giocatori esperti come Brezovec e Juande, loro sono fondamentali per la squadra e danno tranquillità alla manovra. Ogni giorno cerco di imparare qualcosa da loro e mi impegno sempre al massimo per poter crescere grazie a quello che mi insegnano“.

In Croazia i giovani sono abituati ad esordire molto presto in prima squadra, mentre in Italia non si ha molta fiducia nei ragazzi. Cosa ne pensi?
Io in Croazia ho esordito in prima squadra nello Slaven Belupo a soli 17 anni, giocavo già insieme a Brezovec che mi ha aiutato molto sin dalle mie prime partite: certamente è stato difficile, ma mi ha permesso di crescere molto ed è stata un’esperienza molto importante per me. Adesso, grazie ai miei trascorsi in Croazia, sono più sicuro di me stesso, nonostante la mia giovane età“.

Nel periodo in cui hai sostituito Juande, hai sentito il peso e la pressione per la situazione?
Certamente quando ho sostituito Juande, ho sentito la pressione perché lui è un giocatore fondamentale per la squadra, però sono riuscito a gestire abbastanza bene la situazione, facendo partite buone e altre meno: mi sono impegnato sempre al massimo, penso sia questa la cosa più importante“.

Pensi che il tuo ruolo naturale sia quello di regista davanti alla difesa o pensi di poter interpretare anche altri ruoli nella mediana?
La mia posizione preferita è quella di regista, mi trovo molto bene a giocare così, però posso giocare anche più avanzato come Bakic e Brezovec, non ci sono problemi“.

Qual è il tuo sogno nel cassetto da calciatore?
Il mio sogno è quello di giocare in serie A qui in Italia o comunque nella massima serie di altri campionati; riuscire un giorno a giocare in Champions Laegue sarebbe davvero bellissimo, come penso lo sia per chiunque gioca a calcio“.

Se dovessi scegliere tra una finale mondiale con la Croazia e una finale di Champions, cosa sceglieresti?
Sceglierei la finale mondiale con la mia Nazionale“.

Giulia Lorenzini
Giulia Lorenzini
Nata a La Spezia, diplomata al Liceo Classico, giornalista pubblicista. Collabora con tuttob.com, prima dell'esperienza televisiva a Sportitalia e quella con la conduzione di uno spazio nella trasmissione Assist Show su Primo Canale. Collaboratrice del Secolo XIX online per la sezione eventi, è redattrice di SpeziaCalcioNews dal 2014.
Commenti Facebook

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui
Captcha verification failed!
Punteggio utente captcha non riuscito. Ci contatti per favore!

Ultimi articoli

News Italpress

Altri Articoli
Correlati

I big insostituibili – Nelle prime 20 giornate, i fratelli Esposito e Hristov staccano tutti

Sono trascorse venti giornate di campionato, con i 38...

Le Interviste – D’Angelo “Il Bari ha meritato, ma noi non siamo mai stati così sotto tono”

Dopo la sconfitta per 2-0 al "San Nicola" di...

Il COMMENTO su Bari-Spezia di Massimo Benedetti

Speriamo che il 2025 porti nuova linfa allo Spezia.L'anno...