[ot-caption title=”Andrea Catellani fallisce il gol vittoria a Bologna – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/04/Catellani-sbaglia-il-gol-vittoria.jpg”]
A Bologna sta finendo il recupero, i padroni di casa battono un corner, la difesa respinge e parte il contropiede e la corsa di Andrea Catellani: sappiamo tutti come è andata, ma sappiamo anche bene ciò che è successo dopo.
Dalle braccia alzate del Dall’Ara, finite lunghe e distese sul prato dell’area di rigore, dall’urlo strozzato in gola, dalla disperazione sportiva di quel momento, è iniziata una corsa nuova.
Potrà sembrare paradossale, ma forse non lo è: quel gol fallito ha moltiplicato l’orgoglio e la determinazione di un vero uomo, di un’atleta che ogni allenatore vorrebbe avere dalla sua parte, a prescindere dalle qualità calcistiche che sono comunque importanti.
Quella corsa iniziata sul prato bolognese, è proseguita su quello del Picco e poi ancora al Tombolato: provate ora voi a fermarla!
Siamo di fronte ad una di quello favole del calcio che ci fanno rimanere innamorati di questo sport, della nostra squadra, una parabola che porta un giocatore triste e sconsolato, costretto a guardarsi dalla panchina i play-off dell’anno passato, ad assoluto protagonista.
Inutile scomodare allenatori o rivangare il passato, a noi il presente piace da morire e incorona un ragazzo che fa solo bene ad un calcio troppo spesso dominato da uomini falsi e strapagati.
Un ragazzo che testimonia come il sacrificio e la serietà, siano alla base di un atleta completo e solo in questo modo si possano ottenere certi risultati.
Fateci caso, anche quando parla, non è mai banale, la sincerità con la quale ringrazia i compagni, il mister, non ha nulla di falso, nulla di preconfezionato.
Com’è lontano questo modo di rapportarsi con il mondo, da quello fatto di mezze parole, di illazioni, di sproloqui senza logica che troppo spesso sentiamo provenire da questo o quell’altro suo “collega“.
Andrea continua a correre da uomo vero, noi ti seguiamo, chissà che la fine della corsa non ci porti la dove tutti guardiamo: più che una speranza, sembra quasi una certezza…