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C’era una volta il Brescia: quello delle pennellate del divin codino, del record di punti in serie A, del settimo posto nella stagione 2000-2001. C’era, appunto…
Mai come in questo caso il passato rappresenta per i lombardi un nostalgico ricordo dei tempi andati.
Il presente dice infatti penultimo posto in classifica, penalizzazione di sei punti e una salvezza che, a quattro giornate dal termine, ha ormai il sapore del miracolo.
Relegati a quota 36, gli uomini di Calori, dovrebbero infatti inanellare una serie di risultati utili, oltre che, naturalmente, sperare nei passi falsi delle dirette avversarie.
Se da un lato i play out distano sei punti, dall’altro la salvezza diretta è un gradino sopra, occupata in questo momento dal Latina a quota 43.
Un’impresa quasi impossibile, a cui però le rondinelle non vogliono assolutamente rinunciare: la schiacciante vittoria contro la seconda della classe Vicenza dell’ultimo turno ne è la prova.
Lo stesso direttore Sagramola, diventato traghettatore di una nave societaria allo sbando, ha chiamato a raccolta i tifosi, promettendo loro massimo impegno per il raggiungimento della permanenza nel campionato cadetto.
Il tutto, in attesa che i nuovi partner mettano nero su bianco la salvezza economica del club nato nel 1911.Â
Analizzando invece lo score di Caracciolo and company, notiamo come la squadra di Calori, terzo allenatore dopo Iaconi e Giunta, sia stata sconfitta in ben 16 occasioni, a fronte di 10 affermazioni e 12 pareggi. Numeri di certo non positivi, anche se senza penalizzazione i lombardi si troverebbero in piena lotta per la salvezza diretta.
Una rosa che annovera l’esperienza dei vari Arcari, Zambelli, Coly, Benali, Sestu, Scaglia, Sodinha, Bentivoglio, Caracciolo, eppure costretta a fare i conti con una realtà a dir poco paradossale. E non è un caso che i numeri relativi ai reparti di gioco non appartengano ad una formazione a un passo dalla lega pro: in 38 giornate, infatti, i lombardi hanno messo a segno 44 reti, contro le 52 subite.
Ecco perchè, a un mese dal termine del campionato, è proprio il caso di dire che per le rondinelle la speranza sarà l’ultima a morire.