[ot-caption title=”Josip Brezovec con il Perugia – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/09/Josip-Brezovec.jpg”]
E’ un colpo da tre punti, strabiliante, che sprizza talento da serie A da tutti i pori, quello che Brezovec ha messo a segno in una notturna al Picco tutt’altro che semplice.
Il goniometro nei piedi per disegnare la parabola giusta, la misura e la forza perfettamente calibrate per colpire la dove è impossibile per qualunque portiere arrivare ad intercettare.
Questo e molto altro è Josip Brezovec centrocampista universale che definire “moderno” suona con estrema naturalezza nel calcio di oggi in cui abbinare qualità, quantità e personalità è dote non comune.
Doti per giocatori che fanno la differenza.
Partita complicata quella di martedì sera, perché il Perugia è avversario tosto, forte fisicamente e atleticamente, che viene da un ottimo piazzamento nel campionato scorso e che ha cambiato poco nell’ultima sessione di mercato.
Sono alte le aspettative degli umbri per questo campionato e tanto basta per essere squadra assolutamente da tenere in considerazione per le zone alte della classifica.
Ecco perché, averla vinta, soffrendo nel finale e strappando tre punti con i denti, potrebbe significare in prospettiva molto più di ciò che sembra.
Con le ultime due gare, i bianchi hanno rimesso a posto i conti, dopo il negativo portato da quelle prime due giornate di campionato, in cui i rimpianti, per i punti gettati al vento, erano grandi come una casa.
Sei punti in tre giorni sono la benzina perfetta per arrivare alla sfida dell’Ardenza con una botte piena di fiducia e di ottimismo, con un Bjelica proiettato forse come non mai alla “concretezza tattica” e ad un minor livello di rischio.
Non esistono squadre materasso in questo campionato, e lo Spezia non ha un grado di forza superiore alle altre tale da permettergli rischi e stravaganze offensive per tutto l’arco di una partita.
Significherebbe tirare troppo la corda e giocare arditamente col destino.
Abbondano giocatori di sostanza e di spessore in mezzo al campo, ricchi di quel binomio qualità/quantità che fanno le fortune di ogni squadra e che il mister può e deve sfruttare.
E’ un fattore che scatena gli altri due, difesa e attacco, in un rapporto di dipendenza e di causa-effetto continuo.
Turnover o meno, si andrà dunque a Livorno a testa alta, curiosi di testare la reale forza della capolista su un campo in cui, negli ultimi anni, i colori bianchi hanno stretto un grandissimo rapporto di amicizia.
Sognando arcieri finalmente in azione, per un nuovo ghigno sorridente dietro ad un impermeabile giallo.
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