Il commento – Tra i pochi difetti ed i tanti pregi di questo ottimo avvio

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[ot-caption title=”Sotto la Curva Ferrovia – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/10/Saluto-alla-Curva.jpg”]

Il salto in lungo riuscito perfettamente nell’ultima partita interna contro la Ternana, i tre punti strappati quasi con le unghie che assomigliano cosi tanto ai tre punti giunti contro il Perugia al Picco qualche settimana prima, raccontano molto di questo Spezia.

Almeno dello Spezia formato casalingo, che è una metà importante e fondamentale della squadra che è andata ufficialmente, e per la prima volta quest’anno, all’attacco di questo campionato.

Pregi e difetti ormai compaiono chiaramente e sarà tutta da scoprire la lunghezza del tratto di strada con il quale i ragazzi di Bjelica dovranno convivere anche con i propri difetti.

Pochi difetti, sia chiaro, dei quali uno salta maggiormente in evidenza rispetto agli altri, lo stesso che i bianchi si trascinano fin dallo scorso anno, ossia il faticare a chiudere le partite.

Difetto migliorabile ma importante, da tenere sotto osservazione.

Sono le squadre ciniche quelle che salgono di categoria, e nella tradizione calcistica italiana il 2-0 è stato definito da molti commentatori come il “risultato perfetto”, che racconta di una squadra che realizza e che non subisce.

Questa categoria insegna maledettamente quanto sia labile il filo che lega l’uno a zero al novantesimo minuto di ogni partita.

Di conseguenza, risulta fondamentale, sulla lunga distanza, riuscire a trovare quella concretezza e quella velocità di ripartenza che permettano di “bucare” le squadre che, alzando il baricentro per provare a recuperare lo svantaggio, devono in qualche modo concedere qualcosa.

Questa squadra subisce poco l’offensiva avversaria, ma tende costantemente a lasciare metri pericolosi nella zona nevralgica del campo agli avversari per lunghi tratti dei secondi tempi, specie sul terreno amico.

Baricentro più basso, seconde palle perse causa maggior distanza tra i reparti, e l’ingresso nelle ultime due partite di un centrocampista al posto di un giocatore d’attacco, il tutto per tentare di infoltire la mediana e formare più uomini di “lotta” davanti alla difesa.

Qui, però, un po’ fa riflettere la posizione molto arretrata di Juande, che funge quasi da quinto difensore in certi tratti della seconda frazione, lasciando cosi inevitabilmente più spazio davanti a sé.

Potrebbe essere questa una spiegazione, o un dettaglio importante riguardo all’avanzata avversaria che, seppur quasi mai pericolosa, si fa costante per lunghi tratti dei secondi 45 minuti di gioco.

Un ruolo quasi alla Cambiasso nell’Inter Mourinhiana, quando l’argentino però giocava in linea con gli altri centrocampisti formando cosi due linee, di difesa e centrocampo, molto vicine.

Mentre Brezovec e Canadjija non si muovono in linea con Juande ma staccati di diversi metri più avanti, formando spesso un po’ di vuoto nella zona nevralgica di campo in cui si stacca di qualche metro il regista spagnolo.

E’ in quei frangenti che lo Spezia perde distanze, volume di gioco e controllo del centrocampo.

Il maggior vigore avversario è sicuramente un’altra importante chiave di lettura di questa piccola sofferenza; le aquile si sono trovate infatti a non dover attaccare in forze, dato il vantaggio acquisito prima degli ultimi 45 minuti di partita.

Ecco perché, non appena si troveranno ripartenze più rapide e attaccanti più in stato da “killer instinct”, questa squadra potrà agevolmente tentare il lancio definitivo e dare modo ai propri tifosi di godersi gli ultimi minuti di partita senza premure di sbattere contro due punti persi che sono sempre dietro l’angolo, contro chiunque.

Avere un grandissimo portiere e una coppia di centrali che cresce e regala certezze ad ogni partita che passa potrebbe non bastare ad evitare beffe e preziosi punti persi.

Questa però è un’altra storia, e fa parte del numeroso elenco di pregi che può vantare il gruppo di mister Bjelica; pensiamo appunto alla solidità ed al perfetto assortimento della coppia Postigo-Terzi, alla maggiore esperienza acquisita rispetto ad un anno fa nei ruoli chiave.

Pensiamo alla compattezza di “squadra” ritrovata dopo lo smarrimento misterioso di Bari, e poi quel Brezovec formato gigante, un Situm che conferma d’essere fuori categoria per la serie B (a sinistra..) e un Calaiò che, dopo un inizio stentato, si è ricordato di quel pluridecoroso materiale bellico di cui dispone, da scagliare laddove ha sempre fatto male.

Non resta che aspettare il miglior Catellani, o comunque anche un parente “vicino” al giocatore decisivo dell’anno scorso.

Sicuro che basterebbe…

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.
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