[ot-caption title=”Squadra sotto la curva a fine gara – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/11/la-squadra-a-fine-gara.jpg”]
“Questo non è lo Spezia di maggio. Nel calcio gli aspetti tecnici e tattici sono importanti, ma la differenza la fa l’aspetto mentale. L’anno scorso lo Spezia è cresciuto piano piano ed ha finito per fare un grande campionato. Quando si alza l’asticella e tutti si aspettano da te un passo ulteriore, c’è l’idea che devi primeggiare. In questi casi basta qualche risultato negativo e diventa tutto più difficile“.
In poche parole Massimo Rastelli, riconfermatosi ieri come una delle “bestie nere” ufficiali degli aquilotti, sintetizza nel modo migliore quello che è il grosso problema dello Spezia dopo la scoppola di Cesena, ossia il problema mentale; una squadra con grosse ambizioni di vittoria e attesa al varco da tutti, che a causa di alcuni risultati negativi perde via via fiducia e convinzione, finendo per sciogliersi come neve al sole alle prime difficoltà.
Questa è la situazione da un mese a questa parte. Inutile girarci attorno.
Prestazioni con alti, altissimi (primo tempo di ieri e primo tempo contro l’Avellino, ad esempio) e bassi, bassissimi (Entella e Trapani), a riprova che c’è dentro un po’ di tutto ma il periodo è di quelli che più neri non si può e non basta cercare di girare l’inerzia dalla propria parte, occorre qualcosa in più.
Anche un semplice episodio favorevole, oggi, appare come un miraggio. La trama di ieri non è stata dissimile a quella delle ultime settimane; primi tempi quasi dominati, incapacità di concretizzare e una buona dose di sfortuna a fare da contorno, con annessa capitolazione al primo errore o al primo tiro in porta avversario che arriva sovente negli ultimi minuti del tempo, tagliando in un amen gambe e rabbia agonistica ad una squadra con la lingua di fuori per lo sforzo profuso.
Ecco perché poi recuperare si fa maledettamente più complicato, specialmente quando non ti sorregge quella convinzione nei propri mezzi che guida testa e gambe ma che è presso che a zero in questo periodo.
A tutto ciò, si aggiungano errori singoli devastanti e direzioni arbitrali davvero al limite della presa in giro, sia nella gestione dei cartellini che negli episodi importanti del match, ed ecco che il quadro si fa tetro, ecco che un senso quasi di impotenza pare cacciare giocatori e spettatori in un limbo di sfiducia massiccia.
Don Chisciotte e i suoi mulini a vento sembrano dilettanti, al nostro cospetto. Tanta delusione, tanta sfortuna, tanta inconcludenza, tanto affanno alla prima difficoltà.
La rabbia agonistica che lo Spezia ha riversato in dosi massicce nel primo tempo di ieri, unita a trame di gioco a tratti irresistibili come nei tempi migliori, sarà l’unico appiglio al quale aggrapparsi in questa nuova, difficile, settimana che abbiamo davanti.
Si parlerà, probabilmente a ragion veduta, di ridimensionamento degli obiettivi e di sopravvalutazione delle qualità tecniche e caratteriali di questa squadra.
Probabilmente questo servirà a tutti, mister, giocatori e tifosi, per capire i termini di lotta da utilizzare da qui in avanti.
Meno illusioni, più voglia di concretezza e più “aderenza” al terreno.
Tutto ciò che arriverà in più allora ci apparirà come un sogno e lo cavalcheremo nuovamente con forza. Ora, non è tempo.