Il commento – Dalla Lega Pro alla Serie A: occasioni e rischi in sede di mercato

|

|

[ot-caption title=”Felice Piccolo & Antonio Piccolo – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/12/Piccolo-e-Piccolo.jpg”]

Uno dei segreti della Serie B, categoria del tutto peculiare rispetto alle altre, risiede senza dubbio nel saper scegliere i prospetti giusti in sede di mercato.

Prospetti che richiedono determinate caratteristiche qualitative e quantitative, tecnica e temperamento importanti, oppure anche un solo aspetto dei due, pur che presente in dosi massicce.

E’ una categoria complessa, difficile, imprevedibile, che si gioca sul filo più del dinamismo e della “fame” che sull’aspetto prettamente tecnico e tattico. Non che questo non abbia importanza, attenzione.

Non sempre, nella storia recente del nostro club come di altri, ha pagato la scelta di giocatori provenienti dalla massima serie; la differenza di “passo” e di aggressività tra le due categorie è evidente, spesso giocatori dalla tecnica più sopraffina fanno molta fatica a far emergere le proprie qualità in maniera efficace in questo campionato.

Ed ecco che le aspettative iniziali finiscono molte volte per essere deluse. Non che in serie A si giochi un calcio più lento, semplicemente vige una filosofia diversa, che ti permette quel secondo in più nel tempo della giocata. Quel secondo che risulta fondamentale, per chi possiede piedi buoni ma un dinamismo non eccezionale.

Non è un caso se, talvolta, quanti in serie B scelgono i migliori giocatori della Lega Pro, vengono ripagati in pieno sul campo e nel portafoglio, ritrovandosi in casa ragazzi talentuosi e con tanta voglia di arrivare, con tanto “passo” e con uno spirito agonistico pronto e predisposto alla “battaglia”.

Chiaro che deve trattarsi di giocatori che in quella categoria hanno dimostrato di saper fare la differenza e, per questo, possiedono già un certo valore di mercato da dover corrispondere.

In Lega Pro i tempi di gioco e la vigoria agonistica si avvicinano molto a quelli della serie B, mentre spesso risultano diversi gli “atteggiamenti” e le predisposizioni mentali nell’affrontare un’avventura in cadetteria rispetto a chi scende dalla A. C’è chi la vede come un sogno e un’opportunità da cogliere in pieno, c’è chi la può vedere invece come una regressione personale.

Cambia lo spirito, la determinazione, la voglia, tra chi sale in B o chi scende in B. Ecco perché, guardare ai migliori giocatori della Lega Pro e investire su di essi, potrebbe essere un nuovo ed interessante esercizio per la nostra società.

Un discorso a parte meritano invece i giocatori migliori della serie cadetta. Per questi occorre trovare il momento giusto per intervenire con la società di appartenenza, occorre scovare il giusto mix di qualità e quantità che possa fare davvero la differenza in un certo contesto tattico. Giocatori che hanno ancora “fame”, possibilmente con età dai 23/24 ai 27/28, che hanno dimostrato di poter fare molto bene, e di saper masticare con disinvoltura ogni boccone di questa categoria sul piano qualitativo e del temperamento.

E’ chiaro ed evidente che spesso sono proprio questi i giocatori più costosi, che spaventano molti club a livello economico e, allo stesso tempo, solleticano le idee di squadre di massima serie.

Per le società che vogliono sognare in grande e che hanno buona disponibilità economica, essi sono i prospetti ideali, quelli su cui puntare ad occhi chiusi per provare il salto di qualità nel breve periodo. C’è chi può permetterselo, c’è chi non può e allora deve affidarsi ad altre virtù. L’importante è non farsi mai prendere per la gola in fase di trattativa, ma allo stesso tempo non tirarsi immediatamente indietro se le cifre sono importanti, ma l’occasione è ghiotta.

L’affare Antonio Piccolo, di queste ore, potrebbe essere un esempio in questo senso. Perché tutto ha un costo ed un ritorno più probabile, e sarebbe un peccato non sfruttare più appieno le nostre potenzialità, specie in questo caso visto che il giocatore è in scadenza di contratto.

Lo Spezia, ora più che mai, deve tornare a spendere e soprattutto ad investire con maggior decisione rispetto al passato. Bastano pochi e mirati innesti, in questo campionato, per avere diversi punti in più. Ma innesti non banali.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.
Commenti Facebook

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui
Captcha verification failed!
Punteggio utente captcha non riuscito. Ci contatti per favore!

Ultimi articoli

News Italpress

Altri Articoli
Correlati

Mercato – Chichizola di nuovo aquilotto

Leandro Chichizola torna allo Spezia dopo essersi separato dal...

I big insostituibili – Nelle prime 20 giornate, i fratelli Esposito e Hristov staccano tutti

Sono trascorse venti giornate di campionato, con i 38...

Le Interviste – D’Angelo “Il Bari ha meritato, ma noi non siamo mai stati così sotto tono”

Dopo la sconfitta per 2-0 al "San Nicola" di...