[ot-caption title=”Coreografia in Curva Ferrovia – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/03/Coreografia-in-ferrovia.jpg”]
Il capolavoro di Mimmo Di Carlo supera la prova del 9 ed allunga un filotto positivo che sa quasi di miracoloso, pensando al tunnel nel quale si era infilata questa squadra all’inizio di questo inverno.
La vittoria di Avellino profuma anche un po’ di vendetta per quel play off in piena “Era Bjelica” rimasto indigesto a tutto l’ambiente aquilotto.
Sembra passato già tanto tempo ,eppure era ieri, ed oggi questa squadra è in lotta per fare addirittura meglio di quella dello scorso anno.
Verticalizzazione, tre passaggi, due fraseggi corti, e il gol di Acampora che riempie il cuore e racconta il miglior Spezia pescato da Di Carlo da gennaio in qua.
La squadra con la “S maiuscola” è quella che lotta su ogni pallone, che rimane corta, che ha una difesa perennemente protetta in ogni tratto del match, una difesa a tratti diventata imperforabile, seppur concede centimetri pericolosi nel gioco aereo.
Sopperisce però con l’esperienza, ed è aiutata come mai prima d’ora da qualche episodio fortunato, cosi da non pregiudicare più alcuni match come nei mesi passati. Anche questa è una forza in più, o chiamatela come volete.
Sorprende tutti, il tecnico aquilotto, con lo spostamento di Acampora sul lato alto sinistro e mantenendo invariati i tre in mediana, mentre Valentini è scelto per aggiungere forza fisica al duello tutto muscoli e centimetri con Mokulu.
La mossa di Acampora consente di passare ancor più agevolmente da un 4-3-3 in fase di spinta ad un 4-5-1 in fase di non possesso, viste anche le doti da mediano del centrocampista napoletano, interprete, nel secondo tempo, di una partita a dir poco gigante. Coperture, spinte, possesso palla, interdizione. Una sicurezza.
Dopo giorni passati ad ipotizzare vari tipi di uomini e schieramenti, Di Carlo sceglie Acampora e lui lo ripaga, oltre tutto, col gol da tre punti. Se non è acqua benedetta questa, poco ci manca.
Il ferro, che era caldo, si fa adesso rovente in vista del prossimo turno che, se sfruttato adeguatamente tra le mura amiche contro un Modena tutt’altro che irresistibile, potrebbe far toccare il terzo posto con un dito.
Non si tratta di fare voli pindarici, e neanche di sognare chissà quali lidi lontani, si tratta soltanto di guardare la classifica al 6 marzo, con una primavera davanti ed una squadra in salute crescente da tutti i punti di vista.
Squadra che recupererà anche giocatori importanti nel breve-medio periodo, rincalzi o titolari di rilievo; ci sarà bisogno davvero di tutti, ora che tutti si sentono importanti e coinvolti pienamente in questo progetto.
Lo Spezia batte dunque un colpo pesantissimo in questo campionato, e tutti non potranno che prenderne atto. Non era un colpo d’ala, non era solo un periodo positivo, c’era qualcosa di molto più profondo che covava sotto, fino ad arrivare a cambiare completamente il volto.
Tutti, dicevamo, dovranno prenderne atto, compresa la città, una città che finora si è espressa con buoni numeri di presenza al Picco, ma che può e deve dare ancora di più in termini di presenza e calore. Pare arrivato il momento giusto.
Occorrerà costanza e grande “fame” di vittoria, e non per forza il Drago di “turno” ad innalzare i decibel.
Qualunque energia nascosta adesso deve venir fuori ed essere sfruttata, è un dovere ben preciso di chi tifa o simpatizza questi colori.
Perché è uno Spezia che gioca, che corre, che lotta. Il nostro Dna ce lo suggerisce, è uno Spezia da amare.