[ot-caption title=”Lo splendido gol di Maggiore – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/03/Il-gol-di-Maggiore.jpg”]
Non rimane che un applauso, un applauso lungo, convinto, meritato. Tutti in piedi, come accade solo nelle sconfitte che in fondo profumano di vittoria, anche se lasciano grande amarezza per quello che sarebbe potuto essere.
La Primavera di Fabio Gallo è bella, bellissima, ed è andata vicino tanto cosi ad un traguardo riservato, solitamente, solo alle grandi società del panorama calcistico nazionale. Sarebbe stato come scrivere la storia sopra alla storia già scritta.
Perché già di per sé, una semifinale al Viareggio è un risultato strepitoso, e segue annate importanti, sempre in crescendo.
No, non abbiamo perso ieri. Per niente.
L’affetto del pubblico spezzino, ieri davvero molto caldo, è la prova tangibile che questa piazza sa rispondere alla maglia bianca – in ogni sua forma – come poche altre piazze sanno fare.
Una prova d’amore inconfutabile, una “dichiarazione” esplicita molto gradita dai vertici societari.
La folta presenza di ieri è anche un segno del ringraziamento per quanto di buono questa società sta costruendo in silenzio, dietro le quinte di un progetto giovanile importante, al livello delle migliori in Italia.
L’emozione di Claudio Vinazzani e di Fabio Gallo al momento del 2-2, dopo quel cioccolatino post pasquale di Maggiore, raccontavano di qualcosa di grosso che si stava per scrivere, che poi non si è tramutato in “lieto fine“, ma che alla fine si è “scritto” comunque.
Il campionato e il Viareggio dello scorso anno, la finale sfiorata al Viareggio quest’anno, sono più che grandi risultati, sono un messaggio, una via tracciata e un orgoglio da conservare e tramandare al futuro.
Fabio Gallo, ex calciatore aquilotto di grande talento dei primi anni ’90, ha ritrovato ieri il “Picco” e, ne siamo certi, in alcuni frangenti lo avrà riconosciuto, dietro un sorriso.
Grande merito va a lui che ha dimostrato, con due annate per buona parte diverse, senza Sadiq, Nura e Vignali, di saper lavorare sul campo con grande maestria, ricavando il massimo da ogni elemento a sua disposizione, non mostrando mai alcun timore reverenziale contro avversari dal blasone conclamato. Questione di campo, e di psicologia.
Da queste parti insomma si fa sul serio, e tutto lascia presagire che altri giovani di questa nidiata saranno presto protagonisti nel calcio che conta, diventando patrimonio importante di questa società.
Dare continuità di uomini e di programmi è adesso la parola d’ordine.
Il coraggio nel lanciare questi ragazzi dovrà essere, poi, una normale conseguenza, rimediando a qualche errore passato.
Questa Primavera è bella, bellissima. Chapeau, e grazie.