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Dai sogni di gloria all’incubo della retrocessione, dalle stelle alle stalle. In poco meno di un anno, le ambizioni del Vicenza hanno subito un drastico ridimensionamento.
Il 13 marzo, giorno della sconfitta interna contro il Trapani, il punto più basso della società veneta: terzultimo posto in classifica, via l’allenatore Marino e il D.S. Paolo Cristallini, dentro Lerda e Tesoro.
Una vera e propria svolta che, al momento, sta portando i propri frutti. Dall’avvento dell’ex tecnico di Torino, Lecce e Crotone, difatti, i veneti hanno perso una sola volta – contro il Cagliari – raccogliendo due pareggi – l’ultimo fondamentale in casa della Salernitana – e tre vittorie, in trasferta contro l’Ascoli e al Menti contro Livorno e Ternana.
Punti preziosi che hanno lanciato i bianco rossi a quota 42, in zona salvezza, a più tre sul quintultimo posto play out occupato dal Modena. A cinque giornate dal termine, i presupposti per il mantenimento della categoria cadetta, sembrerebbero esserci tutti.
Condizionale comunque d’obbligo in un campionato privo di certezze e irto di insidie, contro cui il Vicenza, trascinato dai suoi gioielli di famiglia Galano, Raicevic ed Ebagua sta prendendo solo ora le difficili misure.
Grande merito va certamente dato a Mister Lerda, capace di rivitalizzare la squadra non soltanto tatticamente, ma anche e soprattutto, moralmente, donando consapevolezza a giocatori abituati sino a pochi mesi fa a lottare per ben altri traguardi.