[ot-caption title=”La vetusta Tribuna del Picco – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/07/5-La-Tribuna-del-Picco.jpg”]
Metti un giorno il comitato “Il nuovo stadio dello Spezia” ricevuto in comune, negli uffici che “contano“, quelli che progettano e realizzano per la comunità in genere. Lo stadio senza barriere è il minimo comune denominatore che da mesi muove le acque di un desiderio profondo da parte degli sportivi spezzini, ormai logori di uno stadio non più adatto al calcio e alle categorie che stiamo vivendo.
Eppur si muove, dopo vari sassi lanciati. La casa del colonnello (che fu), la barriera di vetro nei distinti, un’area idonea per i disabili, l’allargamento conseguente del campo da gioco, lo spostamento delle panchine e, chissà, un ritorno delle telecamere nella loro naturale postazione, e cioè la tribuna. Da dove, cioè, lo stadio sembrerebbe altro, rispetto a ciò che viene rappresentato oggi.
Qualche promessa strappata, qualche idea sulla quale si ragionerà seriamente, qualche progetto già avviato ed uno prossimo ai lavori, il tutto per una questione essenzialmente di civiltà.
Perché lo stadio è luogo pubblico e patrimonio della gente di Spezia, è il “teatro” degli sportivi, il luogo dei sogni, delle incazzature e dei desideri, e come tale va curato, gestito, migliorato. Senza se e senza ma.
A quattro mani se necessario, Comune e Spezia Calcio, senza indugi. Senza più aspettare.
Solo cosi il “Picco” potrà essere davvero di tutti, e potrà accogliere ancora più presenze, attingere più forza.
La voglia della piazza, una società facoltosa e disposta a migliorie di ogni genere (pensiamo al C.S. Ferdeghini), devono essere da stimolo anche per il Comune.
Più tavoli rotondi o quadrati che siano, più incontri, e questo incrocio di volontà tra chi governa e chi propone, che non può che far bene a tutti.
Vietato fermarsi.
