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Dov’è finito quel Novara solido, a tratti spettacolare, osservato nella passata stagione? In tanti, dalle parti del Piola, se lo stanno chiedendo.
Ad un mese dall’inizio del campionato, difatti, la squadra del neo mister Boscaglia ha incontrato sulla propria via svariati ostacoli, a cominciare da una difesa non più sinonimo di garanzia – otto sin qui le reti subite – sino ad arrivare ad un reparto offensivo sterile, in cui le punte faticano a trovare la via del gol.
Eppure, la beffa vuole che i piemontesi, statistiche alla mano, siano coloro che più tra tutti effettuano conclusioni verso la porta avversaria, seppur con scarsi risultati, visto e considerato la sola unica partita vinta sinora.
L’ultima gara contro il Latina, pareggiata due a due, ne è la prova: uomo in più per oltre un tempo e ben ventidue conclusioni nello specchio dei laziali, ma alla fine un solo, amarissimo, punto.
E se la coppia Galabinov – Sansone piange, anche la difesa non può di certo ridere con le otto reti subite – terza difesa più perforata del torneo – di cui cinque nelle ultime due gare.
Ad ogni modo, cinque gare non esaltanti sono nulla rispetto all’universo sconfinato della B.
Non a caso, Boscaglia ha predicato pazienza, convinto del fatto che l’ultima prestazione abbia lasciato buone indicazioni per il ravvicinato futuro.
A rassicurare il tecnico ex Trapani non solo una crescita fisica, ma anche tattica, dovuta all’inserimento del trequartista Adorjan.
Ecco che allora la sfida di sabato contro lo Spezia assume un sapore particolare, quasi decisivo, in cui l’ottimismo di Mister Boscaglia dovrà avere la meglio sul pessimismo di un ambiente in allarme.
Giudice supremo il campo, sinonimo di realtà e arbitro dei destini di ogni singola squadra.