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“Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuole esser lieto, sia, di doman non c’è certezza.”
Così scriveva Lorenzo De Medici nel famoso Canto Carnascialesco dedicato a Bacco.
La sensazione è che anche dalle parti di Brescia la pensino alla stessa maniera: sì, perchè, le rondinelle di Cristian Brocchi possono vantare una rosa a dir poco fresca, composta, nella sua stragrande maggioranza, da pedine classe ’90.
Eccezion fatta per gli immortali Caracciolo, Arcari e Pinzi, i lombardi possono vantare una media di 21, 4 anni. Proprio nell’ultima gara giocata e pareggiata al Rigamonti contro la Salernitana, i bianco azzurri, schierati con il 4-2-3-1, sono scesi in campo con questa formazione: Minelli (22 anni) in porta; Untersee (22), Calabresi (20), Bubnjic (24) e Coly (20) in difesa; Sbrissa (20), Bisoli – autore dell’uno a uno – (24) e Crociata (19) a centrocampo; Morosini (21 compiuti giovedì) trequartista; Torregrossa (24) e Vassallo (19) in attacco.
Certo, non tutto è oro quel luccica. Il Brescia, in queste prime nove uscite, ha infatti alternato buone prestazioni ad altre meno convincenti, con l’eccessiva prudenza spesso cattiva consigliera degli young boys di Brocchi.
All’ex allenatore milanista, nonostante i buoni giudizi di un ambiente mai semplice, è stato comunque accusato di non infondere troppa rabbia ai propri giocatori, spesso in balia degli avversari, specie nella prima frazione di gioco.
Paradossalmente, le rondinelle hanno mostrato coraggio nelle condizioni più difficili: nella ripresa contro il Carpi, in 10 contro 11 per l’espulsione di Ndoj, non solo conservando il 2-2, ma sfiorando il gol della vittoria; a Cittadella, contro la capolista reduce da 5 vittorie in altrettante giornate e letteralmente surclassata nel punteggio (3-0); infine a Verona, dove è arrivato un preziosissimo 2-2.
Non a caso, dall’alto dei 12 punti sin qui raccolti, i lombardi sono in piena lotta per un posto play off e in attesa dei rientri degli infortunati Fontanesi, Dall’Oglio, Martinelli e Bonazzoli, dalle parti del Rigamonti non possono che sperare che il meglio debba ancora venire.