[ot-caption title=”Mister Brocchi – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/10/Brocchi.jpg”]
Non c’è dubbio, ne abbiamo ormai le scatole piene di saccenti allenatori che nel post partita raccontano verità capovolte.
Che raccontano partite mai giocate, come fosse quasi una tattica quella di attaccare dialetticamente, allo scopo di difendersi o di giustificarsi.
Ma attaccare cosa? Chi? Perché?
Ultimamente, lo Spezia è abituato ad avere tra le sue fila allenatori che mai sono andati oltre al buon senso, raccontando una partita.
Serena, Cagni, Bjelica, Di Carlo, mai si sono nascosti in maniera tanto evidente, mai hanno negato meriti avversari rasentando l’anti sportività.
Semmai, hanno lamentato qualche svista arbitrale, qualche torto o presunto tale. Roba normale.
Brocchi è solo l’ultimo di una serie di allenatori che, da Boscaglia a Cosmi, passando per Baroni e Drago (la lista completa sarebbe molto lunga) mettono costantemente in un angolo buon senso e misura, cercando in qualche caso lo scontro, per uscirne trionfanti o, almeno, senza colpe.
Una linea amara, questa, che ci rende in un certo senso ancora lontani anni luce dall’Europa e da un certo modo di intendere e vivere il calcio prima, durante e dopo.