[ot-caption title=”La Curva Ferrovia – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/05/Curva-Ferrovia-7.jpg”]
Solo per un pelo, per un tiro della domenica di Pavel Nedved quasi allo scadere, la Juve di Buffon non uscì sconfitta dal “Picco”.
Il Genoa si ruppe le ossa in un pomeriggio indimenticabile e poi ancora qualche anno dopo in Coppa Italia, mentre il Milan di Zaccheroni, sebbene in amichevole, ne prese quattro. E Zac si infuriò, facendo tremare le mura degli spogliatoi.
Questi sono solo alcuni, limpidi esempi.
Ma la storia è piena di sfide impossibili il cui pronostico è stato ribaltato dallo Spezia, tra le mura amiche.
Fabio Pecchia, nella conferenza stampa che precede Spezia – Verona, parla chiaro a tal proposito : ” Alla Spezia c’è un ambiente particolare, uno stadio con gli spalti molto vicini al campo, dove la gente spinge al massimo i suoi giocatori..”.
Certo, occorrerebbe un “Picco” nelle migliori versioni da battaglia, nelle versioni “alla disperata”, dove c’è poco da perdere e tanto da guadagnare. Da ruggire.
Quando la voglia di vincere e di andare oltre qualunque tipo di ostacolo trasforma ugole e mani sugli spalti, e nerbo dei giocatori in campo.
Quando esce, cioè, tutto quel british instinct che ci portiamo naturalmente dentro da quando esiste il calcio da queste parti.
Di Carlo questo lo sa, anche se, inevitabilmente, ha conosciuto un altro tipo di stadio e di ambiente.
Sa, però, che in piazze come queste possono manifestarsi pomeriggi che si staccano dal tempo, coinvolgendo cuore ed irrazionalità in un turbine impazzito.
Soprattutto, il tecnico aquilotto sa che può contare su una squadra solida, tanto fragile dal punto di vista offensivo quanto fortissima sul versante difensivo.
E questo non è dettaglio da poco, nel nostro campo, contro avversari fuori categoria, che potrebbero incontrare un pomeriggio non semplice dal punto di vista degli spazi.
Un po’ come Trezeguet, per intenderci, che lasciò negli annali una frase diventata ormai storica da queste parti, quando senza accorgersene, criticando misure e “metodi” di questo ambiente, fece un grosso complimento a tutti quelli che vivono di pane e Spezia.