[ot-caption title=”Si esulta al gol di Granoche – Foto SpeziaCalcioNews” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/11/Granoche-esulta.jpg”]
Gira cosi, e non tutto è diretta conseguenza dei propri demeriti o dei propri limiti tecnici.
C’è altro che comanda il calcio e i suoi “momenti“, c’è altro che può condizionare un cammino, o parti di esso.
Anche ieri, al cospetto di un Hellas fuori portata per chiunque, lo Spezia non ha sfigurato, anzi. Il primo tempo ha segnato il manifesto di quest’ultimo mese di campionato: tanta sfortuna, tanta amarezza, tanto scoramento conseguente.
Autoreti e gol subiti alla prima sortita offensiva avversaria, e tanta inconcludenza la davanti.
Colpe, appunto, ma anche tanto fato contrario, che rischia di pregiudicare la fiducia di tutti, un male non meno grave dei danni che già ha subito la classifica.
Il rischio è quello di prolungare certi tipi di periodi che soffiano con vento contrario, ingigantendo limiti, sensi di impotenza, e qualunque tipo di difetto presente nella rosa aquilotta.
Non vi è altra medicina se non quella di lavorare, ora più che mai, sulla testa di ciascuno, cercando di recuperare in fretta, a costo di rischiare qualcosa, alcuni pezzi importanti che sono fermi ai box.
Lo Spezia, ringiovanito nell’organico, non può permettersi anche il lusso di concedere agli avversari alcuni uomini importanti.
C’è da ricominciare un mini-campionato tutto nostro, fatto di partita in partita, per racimolare punti importanti e convinzioni disperse.
In situazioni del genere, il rischio di un campionato anonimo è dietro l’angolo, e l’unica garanzia per sperare il contrario, oggi, si chiama Mimmo Di Carlo.
Il piccolo miracolo riuscito l’anno scorso, fatto di cose semplici e strisce positive, è la via maestra da dover seguire per ritrovare la via dell’alta classifica, prima che sia troppo tardi, prima che sia tremendamente complicato ricucire.
Perché se è un attimo rientrare, è un attimo pure lasciarsi andare.
Per questo, ogni componente interna ed esterna alla squadra e alla società, dovrà fare quadrato fin da subito, prima di parlare di crisi o malesseri di ogni genere.
Prima di ingigantire ogni lacuna esistente, trovandone magari di nuove ed eventuali.
Dopo di che, se il problema del gol persisterà, se qualche difetto di troppo continuerà a manifestarsi sulle corsie esterne difensive ed offensive, la società avrà il dovere e, crediamo, la voglia di intervenire per tappare falle che, nel calcio, ci stanno.
Cosi come ci stanno alcuni errori di valutazione; la vera grandezza corrisponde a saper correggere in corsa eventuali limiti o fardelli individuali che si ripercuotono sulla buona riuscita di un lavoro collettivo.
A volte basta davvero poco. Adesso, però, quadrato.