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Rabbia, contestazioni del pubblico amico e quattro allenatori cambiati in appena due anni: che in quel di Bari il clima sia tutt’altro che roseo, lo si è ormai capito da tempo. Eppure, nessuno riesce a trovare la soluzione di un rebus a dir poco complesso.
Da Mangia, passando per Nicola, Camplone, sino all’ultimo esonerato Stellone, il fallimento ha sempre preso il sopravvento sulle enormi aspettative di inizio campionato.
Puntuale, anche in questo avvio di stagione, la delusione ha fatto tappa in Puglia, regalando ai galletti prestazioni da incubo e poche, pochissime, soddisfazioni.
Ben cinque le sconfitte, a fronte di sole quattro vittorie e altrettanti pareggi, a testimonianza di un periodo no in auge da tempo immemore.
Inevitabile, dunque, che a pagare fosse l’ex tecnico del Frosinone, mai entrato nelle simpatie dei supporter, specie dopo la debacle interna contro il Benevento datata 24 settembre – quattro a zero il risultato finale – .
Al tecnico romano, fatale l’ultima sconfitta di Latina, dove la squadra è risultata spenta dal punto vista fisico, ma soprattutto mentale.
A Colantuono, reduce dall’esonero della passata stagione a Udine, l’arduo compito di far emergere alla rosa pugliese un orgoglio sin troppo nascosto.
Uno sforzo economico notevole, quello della società di Patron Giancaspro, decisa più che mai a trovare la luce nel lungo tunnel della B. A Bari ecco quindi arrivare un tecnico navigato, conoscitore della cadetteria e della massima serie, ma anche intenzionato a rilanciare la propria immagine.
4-4-2, 4-3-3 e 3-5-2 i moduli prediletti da Colantuono, anche se la sensazione è che, prima della tattica, a questa squadra servano in realtà forte motivazioni. Se il neo tecnico romano riuscirà a vestire i panni dello psicologo, allora il resto verrà da sè.
Non è difatti ammissibile che una rosa che conti al proprio interno i vari Maniero, Brienza, Moras, Cassani, Daprelà e Basha non lotti per la promozione.