[ot-caption title=”Il raddoppio di Diego Fabbrini – Foto Ezio Tassone” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2017/02/Gol-0-2-Fabbrini.jpg”]
Lo Spezia torna a vincere in trasferta dopo quattro mesi non semplici, lontano dalle mura di casa.
Un periodo in cui molto è girato storto, episodi tecnici ed arbitrali compresi.
Non cosi ieri, a Vercelli, dove uno Spezia in piena salute ed agonisticamente gagliardo come chiedeva il suo allenatore, non solo non viene danneggiato da chi dirige la gara, ma si permette pure il lusso di vedersi passare sotto il naso ogni sorta di episodio favorevole, piccolo o grande che sia.
Quegli episodi che tipicamente sorridono alle grandi squadre, che pure in giornate complicate e complesse trovano un pieno di punti e di morale.
Quel vento a favore di cui parlava Di Carlo continua a soffiare, tre vittorie consecutive dimostrano chiaramente quanto basti poco, nel giro di qualche giorno, per volare; quel poco che però non è mai semplice, in un campionato cosi pazzo ed equilibrato.
Ma questo gruppo non solo è più fortunato e meno tartassato rispetto ad un recente passato, pare anche più convinto a livello mentale, le gambe girano, la cifra agonistica sale assieme a quella tecnica, dovuta al rientro di diversi giocatori importanti e ad un Fabbrini che pare già imprescindibile, insostituibile.
Giocatore alla Luca Coti, tutto palla attaccata al piede e dribbling, che prende falli ed ammonizioni a iosa, sempre sfidante all’uno contro uno, capace di attirare su di sé più avversari, pericoloso al tiro e nel fornire palloni intelligenti ai compagni.
Capace di creare ordine e scompiglio allo stesso tempo.
In poche parole, un fattore decisivo, che pesa e che promette di pesare ancora, che ti lascia addirittura la sensazione che non sia “tutto” qua, e che se cosi fosse, ci sarà davvero da divertirsi.
La fortuna ha baciato pure il capo di Giulio Maggiore, ripagandolo di altre sfortunate conclusioni in cui per pochi centimetri, in passato, non ha trovato il gol.
Un’emozione particolare per il fante sprugolino, sebbene frutto di una deviazione rocambolesca terminata in rete.
Che sia, anche questo, un segnale di buon auspicio per lui, per la sua fiducia, per la sua carriera. Per noi.