[ot-caption title=”Walter Novellino – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/02/Novellino-Fusco-e-Aureliano.jpg”]
Detta cosi, potrebbe sembrare il titolo di una fiaba per ragazzi, o qualcosa di molto simile. Invece, la bestia nera e la vecchia volpe sono due soggetti ben identificati e aderenti alla realtà che domani faranno nuovamente visita al “Picco”.
Sono l’Avellino ed il suo mister, Walter Alfredo Novellino. Rigorosamente cadenzato con due nomi, dato che lui ama essere chiamato per intero. Del resto, non è mai stato tipo banale.
Da ultimo sulla panchina del Modena, Walter Alfredo ha respirato l’aria del nostro stadio sempre con un pizzico di piacere, lui amante di un certo tipo di calcio, di un certo tipo di ambiente passionale e caloroso, come lui, eterno ragazzo intento a giostrare dalla panchina senza fermarsi un secondo.
Una trottola talvolta impazzita per la quale pare non esistere un regolamento che impone, agli allenatori, certi comportamenti e certe aree da non oltrepassare.
Sarà che in fondo tutti sanno che Walter Alfredo è un tipo “buono”, sanguigno ma pacifico, col sorriso sempre pronto indirizzato al direttore di gara ed una pacca sulla spalla da rifilare al quarto uomo di turno.
Sarà ancora un bel confronto tra lui e la gradinata che, c’è da dirlo, non l’ha mai detestato, anzi, l’ha sempre visto come un avversario leale e sincero, da prendere di mira quasi con simpatia e mai con cattiveria. Uno “bello” da vedere sulla panchina avversaria, e per diverso tempo anche ambito da queste parti, qualche stagione fa.
L’Avellino è la bestia, alquanto nera. Mai una vittoria per le aquile di fronte ai lupi irpini, e nel recente passato, anzi, lacrime amare, su tutte quelle causate dal Play Off perso in casa due stagioni or sono, terminato 1-2, contro una squadra addirittura ridotta in 10 e che aveva contro tutti i favori del pronostico.
Fu quella una mazzata per l’intera città e per Bjelica, qualcosa che non si riuscì fino in fondo a ripianare e che probabilmente fu l’inizio dei mali seguenti. A rivedere le immagini di quella partita ci si fa del male, contando le occasioni da gol non sfruttate per un niente.
Allo stesso tempo, si mastica amaro pensando se, su quella stessa panchina, allora, fosse stato seduto Mimmo Di Carlo. Sarebbe forse bastato un tocco di italianità per portare a casa quel turno cosi importante.
Per la legge dei grandi numeri, dunque, lo Spezia avrà domani una ghiotta opportunità. La ruota del calcio gira costantemente e senza pausa..