Doveva essere la stagione del rilancio e invece il campionato 2017/ 2018 del Pescara si sta trasformando in un vero e proprio incubo. Dopo la deludente retrocessione in cadetteria, infatti, la squadra di Zeman era da tutti considerata come la classica mina vagante pronta a giocarsi l’immediata risalita nella massima serie.
Non male la partenza, con un Pettinari a dir poco scatenato, poi il crollo e lo spettro della serie C sempre più vicino: allontanato Zeman, a nulla è servita la parentesi del pescarese doc Epifani, se non a peggiorare ulteriormente la classifica.
In una clima infuocato, tra contestazioni e atti vandalici nei confronti del Patron Sebastiani, la mossa disperata porta il nome di Bepi Pillon, vecchia volpe del calcio italiano, chiamato per evitare i play out.
Dal suo arrivo, però, l’ex allenatore di Chievo e Alessandria, ha collezionato appena due punti in tre uscite, perdendo l’ultimo, fondamentale, scontro salvezza contro la Pro Vercelli.
Vero è che se finisse oggi il campionato gli abruzzesi sarebbero salvi, ma a sei giornate dal termine il punto di vantaggio sul Cesena ha il sapore di una piccolissima goccia nell’immenso oceano della B.
Seconda peggior difesa del torneo e guidata da un attacco che, ad eccezione delle 13 reti di Pettinari, fatica a trovare la via del gol, il Delfino è atteso, da qui al 19 maggio, dalle delicatissime sfide contro Spezia, Ternana, Cesena, Novara, Ascoli e Venezia.
Match da dentro o fuori che segneranno il destino in B dei pescaresi. Di certo, comunque vada, sarà un insuccesso.