Alzi la mano chi, al termine del girone d’andata, avrebbe creduto che il Foggia si sarebbe avvicinato alla zona play off. Veggenti a parte, in pochi avrebbero pronosticato una simile risalita dei pugliesi, per di più con Stroppa al timone.
Un girone d’andata dal sapore drammatico si stava infatti concludendo con il più classico degli esoneri, tanto che Roberto Stellone, nel frattempo sbarcato in quel di Palermo, era a un passo dal sostituire l’ex tecnico aquilotto.
A gennaio, però, la svolta data una vera e propria rivoluzione nel mercato: ecco otto nuovi innesti – Greco, Zambelli, Tonucci, Scaglia, Kragl, Duhamel, Calabresi e Noppert – via in nove, tra cui Vacca, Chiricò, Sarno e Coletti.
Un vero e proprio bingo del D. S. Nember, che permette ai foggiani una cavalcata da urlo nel girone di ritorno, tanto che il sogno play diventa realtà sino al mese scorso, quando però la squadra di Stroppa, complice i pareggi contro Ternana e Bari e la sconfitta a Cittadella, deve accontentarsi di una tranquilla salvezza.
A quattro giornate dal termine, difficile, se non impossibile che i pugliesi possano infatti agganciare l’ottavo posto occupato dal Perugia, lontano otto punti, anche se nel calcio e in particolare nel campionato cadetto, mai dire mai sino alla matematica certezza.
Certo è che il Foggia ha dimostrato nell’intero arco del campionato di saper divertire, offrendo un calcio fresco e spumeggiante e non è un caso che le 60 reti siglate vogliano dire terzo miglior attacco del torneo.
A tradire il sogno del doppio salto, invece, una difesa perennemente perforata, 63 volte per la precisione, a testimonianza dell’altra faccia della medaglia di un credo sin troppo offensivo.
Trovato comunque l’equilibrio in un ritorno da applausi, i rossoneri hanno gettato le basi per la stagione 2018/ 2019: un presente solido, per un futuro da sogno. Dalle parti dello Zaccheria, il meglio sembra debba ancora arrivare.
