Lo Spezia in vendita è un refrain che ciclicamente, ed in momenti storici simili, torna a circolare nell’aria.
Lo Spezia in vendita è chissà quale segreto svelato, appartiene a chissà quale spiffero, quale allusione, quale necessità.
Di sicuro, in questo momento – cosi come in tutti i momenti in cui ci sarebbe da godersi il campo – dà fastidio, fa mormorare, fa sospirare.
Sembra la solita storia con contorni misteriosi, magari anche con particolari di vita reale, ma di quelle che vengono fuori sempre nei momenti meno opportuni e forse, proprio per questo motivo, sono rigettate.
Quasi tutte le società del mondo, non solo nel mondo del calcio, oggi si guardano attorno e ragionano su conti e prospettive, ma quelle che continuano ad elaborare progetti ed a mirare obiettivi ambiziosi non si attaccano alcun cartello “Vendesi“.
Tutti sanno, al contrario, che il giorno in cui Gabriele Volpi troverà una persona o un gruppo di ferro pronti a rilevare lo Spezia Calcio, il suo marchio e le sue preziose strutture, allora potrà pure ascoltare, sedersi ad un tavolo e chissà, pure vendere.
Ma questo, lo ripetiamo, vale per tutti, ed allora o tutte le società sono in vendita, o non la è nessuna, dipende da che punto di vista la si guardi.
Più che una notizia, quindi, lo Spezia in vendita è un pizzicotto che provoca ormai più sorriso che fastidio, tanto che, senza nessuno sforzo particolare, si potrebbe perfino fare una previsione circa i tempi della prossima esternazione.
Non ce ne voglia nessuno, ma si pensi ora più al campo e meno alle scrivanie, agli smottamenti, alle possibili rivoluzioni, perché tutto può contribuire a rasserenare o a disturbare l’ambiente
E questo è uno di quei momenti in cui ci si dovrebbe preoccupare solo di cavalcare un nuovo focolare d’entusiasmo.