In fondo, in questi mesi, ce lo siamo chiesto un pò tutti: “quando arriverà il momento di Mastinu“?
Un “10“, più che un esterno offensivo, adattabile a diversi moduli perchè questo è il destino dei giocatori che parlano più con l’effetto che con la forza fisica e la velocità; gente con quel piede puoi metterla un pò ovunque.
Pescara pareva essere per lui la prima luce dopo un tunnel durato troppo tempo; quando mister Marino ha deciso di mandarlo in campo, tutti abbiamo per un attimo messo in secondo piano il risultato ed accolto con grande affetto il suo rientro.
I primi minuti ufficiali della sua stagione, la rottura finalmente di quel ghiaccio che l’ha tenuto nel congelatore assieme alla maglia bianca della scorsa stagione.
Entra in campo dopo mesi, e dopo poco dal suo sinistro parte una palla liftata delle sue per la testa di Okereke, che sfiora il gol.
Ecco, Beppe da Sassari, una vita di gavetta e la serie B acciuffata e giocata da protagonista, doveva ripartire da li.
Un nuovo inizio, per riprendersi a testa alta – magari a piccoli passi – una categoria sognata a lungo, un paradiso calcistico che pareva cosi lontano durante gli anni in Sardegna e che invece, lo scorso anno, gli ha calzato a pennello strappando applausi non solo ai tifosi bianchi, ma a tanti appassionati di ogni squadra.
E’ il destino dei “10”, di quelli che scrivono poesie con i piedi, che a tratti trotterellano per il campo a ritmi non elevatissimi ma sanno illuminare la scena quando si tratta di accarezzare quel pallone per un’apertura, un dribbling, un assist, un tiro.
Beppe è stato una delle poche luci dello Spezia di Gallo, il suo valore è cresciuto in maniera esponenziale attirando le attenzioni di diversi club in categoria, ma la società in estate ha deciso che non ci si poteva privare cosi a cuor leggero di un giocatore con la sua tecnica e la sua imprevedibilità.
A 25 anni ha lasciato la serie D per la serie B, un doppio salto da campione affrontato senza paura, con la voglia di sorprendere e sorprendersi.
Ce l’ha fatta, con carattere da sardo, testardaggine e fantasia.
Potrà essere un crociato del ginocchio a spaventarlo oltre modo?
No, crediamo di no, sebbene altri fastidi riconducibili in parte a questo già gli costarono, a sedici anni, la Primavera del Milan.
Un piccolo incubo, al quale si aggiunge questo.
Tornerà il suo momento e noi saremo li ad applaudirlo.
Coccolare il “10”, in fondo, è naturale per chi ama questo sport.
Buona guarigione, Beppe..