FOCUS – C’è tutto un mondo sconosciuto visto da terra..

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C’è tutto un mondo sconosciuto visto dal basso, sdraiati a terra.
Colori, prospettive e forme un po’ diverse.

Lo Spezia di Vincenzo Italiano non è a terra per scelta, guarda tutti dal basso verso l’alto proprio nell’anno, o nel periodo in cui, poteva covare l’intenzione di fare finalmente il contrario, viste le ottime basi dello scorso anno.
Covava l’idea di un campionato ai vertici, se non al vertice, perchè per quello, beh, occorre un buon mercato, magari neanche faraonico ma sostanzioso ed intelligente. Occorre lungimiranza, ed anche fortuna.

Lo spezia dello scorso anno riempiva gli occhi ai tifosi e spaventava qualunque avversario su qualunque campo, giocando su tre aspetti fondamentali per questa categoria: atletismo, imprevedibilità ed intensità.
Persi Okereke e Da Cruz, infortunato da tempo Bidaoui e con un Gyasi che è giocatore di temperamento e forza fisica ma non determinante, Guido Angelozzi non ha saputo creare un parco attaccanti con simili caratteristiche.
Delano può essere un giocatore di questo tipo, ma giovane e proveniente da un altro campionato, da un’altra mentalità.
Federico Ricci è giocatore di grande livello, vittima però di alti e bassi che ne hanno condizionato le ultime stagioni, come quello attuale, anche se aveva iniziato molto bene.
Ragusa, infine, è giocatore da recuperare fisicamente ed atleticamente, visto il recente, pesantissimo infortunio, ma per fortuna sta dando risposte positive.

Lo Spezia costruito l’anno scorso sul versante offensivo, dunque, rispetto a quello attuale è ancora superiore da un punto di vista non solo dei gol.
Il peccato è tutto qui, anche perché il Direttore Generale è uomo di grande esperienza, un vincente in questa categoria, uno che sa perfettamente di cosa stiamo parlando.

Ora, probabilmente, il peggio è stato vissuto, ed i recuperi di Bidaoui e di Ragusa potranno dare una mano importante per sopperire a quanto detto sopra, con la logica speranza che Federico Ricci ritrovi a breve la brillantezza dell’inizio.
Resta da capire che tipo di centravanti il mister deciderà di mandare in campo per le prossime, delicatissime partite.
Stante il recupero ancora incerto di Galabinov, si insisterà con un Gyasi dalle polveri bagnate in area di rigore, o si darà finalmente un po’ di minutaggio al biondo Gudjohnsen?
O, chissà, sarà il turno di Antonino Ragusa provare ad agire da centravanti, visto che, parole di Guido Angelozzi, si tratta di un jolly offensivo in grado di ricoprire con profitto anche quel ruolo.

A centrocampo, nell’ultima partita interna contro il Benevento, è balzata agli occhi la grande prova di Paolo Bartolomei, giocatore che negli ultimi mesi si era un pò arenato su se stesso dopo una grande prima parte della scorsa stagione.
Da contraltare vi è il leggero appannamento di Matteo Ricci, un Luca Mora in attesa di giungere ad una buona condizione, ed un Giulio Maggiore poco determinante, lontano forse ancora un pò dalla definitiva consacrazione che tutti aspettano ed auspicano.
Dietro questi quattro, c’è il vuoto, o meglio un Buffonge ancora da decifrare.

Il reparto arretrato vive ore difficilissime per il duello al ribasso tra Krapikas e Scuffet, incorsi in due errori importanti nelle due ultime partite casalinghe.
Non è certo la giusta via, questa, per trasmettere sicurezza ad un reparto che ne avrebbe assoluto bisogno, vista la giovane età, visto i costanti imbarazzi dei terzini, un Claudio Terzi che non ha la freschezza di qualche tempo fa, e l’infortunio di Capradossi, sul quale se ne saprà di più a breve.
L’ottima prova di Marchizza contro il Benevento è puro oro colato in prospettiva, ma chissà se sarà sufficiente a far compiere un salto di qualità a questo reparto.

Momento difficile, colpe ed episodi negativi che si mescolano in un mix micidiale.
Un virus che lascia a terra, a guardare tutto un mondo dal basso verso l’alto.
La vitamina del lavoro, oggi, non può che essere l’unica possibile per provare a rialzarsi, senza scordare quell’applauso, seppur timido, di un pubblico che proverà ancora a dare spinta e fiducia.
Al netto di imborghesimenti vari, nei momenti difficili la gente di Spezia si guarda in fondo un po’ allo specchio, e si riconosce.
Sa tirarsi su le maniche…

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.
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