Il ministro Spadafora rinvia gli sport di squadra, ma ha un senso?

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Ancora in attesa di capire bene quando lo sport potrà ripartire, nella nostra Provincia da oggi se non altro si potrà tornare a farlo all’aperto, anche se limitatamente alla corsa o agli esercizi ginnici e da soli o ben distanziati.
Sin qui nulla da dire, dal 4 maggio in tutta Italia si potrà fare, anche al di fuori del proprio comune, e potranno tornare a farlo anche gli atleti professionistici delle discipline singole, ma non di quelle di squadra.

Lo ha deciso il consigli dei ministri, o meglio il ministro Vincenzo Spadafora, a cui probabilmente il calcio non deve stare molto simpatico, visto che poi tra gli sport di squadra è l’unico che ha deciso che proverà a chiudere la stagione in maniera regolare.
La motivazione è insita nella mancanza, secondo il ministro, dell’assoluta certezza che il protocollo medico scientifico presentato dai vertici della FIGC, e da adottare per la ripresa degli allenamenti, sia privo di rischi.

Quindi diciamo che secondo il ministro, un atleta professionista del calcio per esempio, da oggi in Liguria e da lunedì in tutta Italia, può andare a correre nel parco con altre persone, senza rischi, mentre se va in un centro sportivo protetto, sanificato ed isolato ad allenarsi con 25 suoi compagni è a rischio?
Se la Pellegrini va in piscina ad allenarsi con altri atleti su corsie diverse può farlo, mentre i calciatori devono mantenere ancora la distanza di un metro tra loro sino al 18 maggio pena il rischio di contagio?

Caro ministro, è vero, le do atto che anche nel resto d’Europa c’è chi ha deciso di non decidere ancora, ma c’è anche chi ha deciso di lasciare aperto a discrezione delle squadre, come in Germania ad esempio, dove continuano ad allenarsi già da quasi un mese.
Forse loro sono più bravi, o hanno un virus diverso?

Questo rinvio sembra quasi un tentativo goffo di vedere se si riesce a convincere la controparte che non ci saranno più i tempi per finire, o almeno così appare da un osservatore esterno, senza considerare che la Serie B potrebbe non avere tutti i crismi di sicurezza imposti, ci piacerebbe sapere sulla base di cosa, alla Serie A e quindi slittare ancora…
Senza contare che il piano B, quello della chiusura anticipata dei campionati e quindi della perdita di centinaia di migliaia di Euro da parte del calcio, metterebbe il ministro nell’impossibilità pratica di coprire questo disavanzo.

La risposta della FIGC è arrivata con le parole del Presidente Gravina che, almeno per il momento, ha deciso per la linea del dialogo, questo l’articolo nelle nostre news nazionali.
Quel che traspare è in sostanza il concetto delle “poche idee e confuse” che ha pervaso anche tutto il discorso del Premier Conte di ieri sera e che propone un mese di maggio tutt’altro che certo come tempistiche e come certezze.
Si continua a navigare a vista, sperando di vedere la terra, prima o poi…

Leonardo Stefanelli
Leonardo Stefanelli
Nato a La Spezia e Diplomato al Liceo Classico Lorenzo Costa, sta frequentando la facoltà di Lettere Moderne presso l'Università di Genova. Dal 2017 collabora come redattore di SpeziaCalcioNews.

2 Commenti

  1. Oggi, per chi non l’avesse capito, ci stiamo giocando la pelle. Qualcuno, pur lottando come un leone infilzato di tubi, l’ha già persa.
    Il calcio è l’ultimo dei pensieri e sinceramente io farei ripartire il campionato nel 2021, a settembre e sempre che sia stato trovato un vaccino. Va tutelata la salute degli addetti ai lavori e va rispettato il fatto che anche il più grande appassionato non ha la minima voglia di mettersi nei gradoni degli stadi con il rischio 30 gg. dopo di essere chiuso in una bara…da qualche parte del mondo manco più quelle in legno ci sono ma vengono usate di cartone buttate in fosse comuni.
    Nell’articolo leggo di corse al parco. Peccato che non saranno dal 4 maggio. I parchi o si potranno regolamentare negli accessi o altrimenti il Sindaci sono tenuti a farli restare chiusi. Quindi l’atleta singolo se vuole si fa la sua corsetta (distanza minima di 2 metri) ma ben diverso è un allenamento con 25 compagni e staff. Mi sembra chiara la differenza.
    In Germania, vero, sono più bravi di noi. Ma solo in una cosa. A fare finta di niente, non contare i positivi e quindi non contare chi muore per sto virus maledetto. La prova di quanto dico? Semplice. Nel resto del mondo si muore come formiche…
    Quindi, con buona pace di chi proprio non vuole capire che oggi la priorità non è vivere come prima ma solo cercare di sopravvivere (lo dobbiamo a noi stessi e a chi più fragile è presente nelle nostre famiglie) si fa slittare la risposta per poi chiudere il discorso. Come si fa con i bimbi di due anni che vogliono ancora cioccolata e tu gli dici “si si dopo”.
    Oggi, questa generazione di viziati quali siamo, capaci solo di lamentarci se non c’è campo per messaggiare sul cellulare da 800 euro cambiato ogni anno anche se siamo con la canna del gas sul c/c, si deve svegliare all’improvviso e cercare di capire che per millenni le varie generazioni si sono succedute cercando di migliorare con idee e sapendo agogniare nuovi ambiziosi obiettivi per le generazioni future ed è l’ora di farlo anche noi. Se proprio vogliamo parlare di calcio non ci deve interessare il campionato di oggi, ma come sfruttare questo difficile momento per far si che i nostri bambini conoscano un calcio meno mercificato e mercificante.
    Così è (se vi pare), per dirla alla Pirandello.

    • Rispetto il tuo pensiero, ma sono in disaccordo su molti aspetti.
      Il calcio è uno dei problemi, non il primo ne l’ultimo, perché il calcio è un’industria e come tale va trattato, far finta di non vederlo o di non capirlo è come mettere la testa sotto la sabbia come sta facendo qualche nostro politico.
      Parli di morti, certo ci sono stati e ci saranno, ma dire nel resto del mondo si muore come formiche come se fosse un’ecatombe, primo non è corretto, secondo non so a che dati tu ti riferisca.
      Quanto alla conta dei morti, lo stesso ISS sta derubricando tantissimi decessi a “con Covid”, invece che “per Covid”, quindi a tutto bisogna dare il giusto inquadramento ed il giusto peso, nel sempre difficile dilemma dei costi/benefici.
      Se mi parli di ospedali che vanno in difficoltà mettendo in luce un sistema sanitario ridicolo, ti posso dar ragione, ma ripeto riportiamo la discussione sui fatti reali, altrimenti ogni giorno ci dovremmo fermare per le tante morti che avvengono per i più svariati motivi.
      Non so se arriverà il vaccino o no, ma la vita deve andare avanti e fermare il calcio, come la musica, i concerti, i bar, i ristoranti e tutto quanto fa aggregazione a lungo andare si rivelerebbe quella si una catastrofe.
      Quanto al correre nel parco, da ieri qui a Spezia si può correre dove si vuole e non capirei nemmeno il continuare a limitarne la possibilità, come quella della passeggiata che personalmente non avrei mai vietato.
      La differenza con gli allenamenti dei professionisti c’è eccome, hai ragione.
      Ai professionisti imporranno un regime di controlli elevato, con sanificazioni degli spogliatoi continue, isolamento in ritiro e quant’altro, tale che, a meno che il virus non piova dal cielo potranno allenarsi in assoluta sicurezza.
      La Germania? Ha un sistema sanitario molto più evoluto del nostro ed ha affrontato meglio l’epidemia, i morti ce li hanno anche loro, magari li contano meglio di noi, non lo so, ma di certo in germania non c’è il clima di paura che qui abbiamo voluto Iniettare nella popolazione al di là della pericolosità del virus stesso e non lo dico io, ma i dottori stessi che hanno lavorato e lavorano sul campo.
      Sperando di poter tornare al più presto allo Stadio, perché lo Stadio così come l’aria aperta e la natura, è vita!

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