Finisce 1-4 la sfida tra Spezia e Sassuolo sul campo dell’“Orogel Stadium”: il gol del momentaneo pareggio di Galbinov nel primo tempo non basta agli aquilotti e nella ripresa sono gli ospiti a dilagare, segnando tre reti. Dopo la sconfitta all’esordio in serie A, ecco le dichiarazione del tecnico aquilotto Vincenzo Italiano.
“Era normale aspettarsi le difficoltà che abbiamo avuto quest’oggi in campo” – ha esordito l’allenatore – “Per sessanta minuti però siamo rimasti in partita e abbiamo tenuto un buon ritmo. Dobbiamo migliorare dal punto di vista fisico, ma ho visto alcune cose buone ed è proprio da queste che dobbiamo ripartire”.
In prospettiva secondo lei, quanto ci vorrà per vedere la versione che più si avvicina allo Spezia brillante della scorsa stagione di serie B?
“Quindici giorni di preparazione sono pochi, è ovvio, ce ne vogliono molti di più. I ragazzi nuovi hanno tutti qualità, voglia di fare e un grande entusiasmo, ma l’identità e l’organizzazione si ottengono attraverso il lavoro, che in questo momento è stato poco; però dobbiamo essere veloci perché in questa categoria è tosta e non ti perdona, infatti oggi siamo stati puniti quasi a ogni errore. Sappiamo che il percorso sarà duro e difficile, ma noi siamo convinti delle nostre qualità e le dobbiamo sfruttare”.
C’è stata forse troppa emozione ad inizio gara nel suoi ragazzi, che si sono “sbloccati” dopo il gol segnato da Galabinov?
“Può essere che nell’approccio alla gara vengano fuori delle emozioni in più, visto che per tanti di loro era il debutto assoluto in massima serie. Mi dispiace per l’avvio di ripresa in cui abbiamo subito due gol ravvicinati, ma dobbiamo continuare a lavorare per migliorare le nostre basi anche grazie alla crescita dei nuovi arrivati”.
Quanto aiuterà tornare a giocare al “Picco”
“Arrivare qui a Cesena dopo aver fatto tre ore di strada, dà la sensazione di giocare sempre fuori casa; il “Picco” è casa nostra e lì abbiamo costruito tantissimo. In questo momento però il nostro contesto è e sarà questo ancora per un po’ e ci dobbiamo adeguare”.
Oggi in campo c’erano tanti debuttanti: ma la grande differenza tra la serie B e la serie A è davvero la qualità?
“Si, io l’ho sempre sostenuto, anche quando ero un calciatore: in serie B ci sono tre giocatori fortissimi e otto “gregari”, in serie A è l’esatto contrario e per questo non si può mai mollare, perché da un momento all’altro ci può essere la giocata improvvisa che cambia la partita”.